ç La Vergine Mario
Nassa ha pubblicato Home page
■
Gli Apostoli e i
Santi.
“Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in
me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”
(Gv 15,5); “Il Padre stesso vi ama, poiché mi avete amato, e avete
creduto che io sono venuto da Dio” (Gv 16,27); “E la gloria che tu
hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa
sola” (Gv 17,22). Queste ed altre parole di Gesù, rivolte agli apostoli e
a quelli che in ogni tempo avrebbero creduto in Lui grazie alla loro
testimonianza, stanno alla base dell’onore tributato ai santi dai fedeli
non solo cattolici ma anche ortodossi ed anglicani. Come è noto, il termine teologico
adoperato verso questo particolare atteggiamento è dulia e non va
confuso con l’adorazione suprema o latria dovuta esclusivamente a
Dio.
Il primo santo, in ogni modo, ad apparire su di una
moneta, sotto l’imperatore bizantino Giustino I (518-527) è
l’arcangelo Michele, il vittorioso generale (archistrategos)
dell’armata celeste, (tipologia questa, successivamente, riprodotta anche
in occidente dai longobardi beneventani), seguono, sempre a Bisanzio ma più
tardivamente, San Demetrio S. Eugenio, San Giorgio ed altri.
Durante il Medioevo ed oltre, nelle zecche dei tanti
stati in cui era divisa la penisola italiana, numerosissimi sono i conî che
danno testimonianza della devozione verso questi nostri fratelli, molto spesso
patroni cittadini, che hanno vissuto santamente la loro esperienza terrena.
Riassumiamoli in un prospetto esemplificativo molto limitato. Ad Ancona, per
esempio troviamo S. Pietro e S. Ciriaco; a Bologna S. Pietro e S. Petronio; a
Correggio S. Quirino; a Cremona S. Omobono; a Fano S. Pietro; a Ferrara S.
Giorgio; a Firenze S. Giovanni Battista; a Guastalla oltre ai SS. Pietro e
Paolo anche S. Francesco e S. Caterina; a Macerata S. Pietro; a Mantova S.
Andrea e S. Longino; a Milano S. Ambrogio; a Modena S. Geminiano; a Napoli S.
Gennaro; a Parma e Piacenza S. Tommaso Apostolo, ma anche S. Antonino e S.
Vitale; a Trieste S. Giusto; a Venezia S. Marco; etc.
■ La Sindone.
Da quando, negli anni ’70, alcuni studiosi
ipotizzarono la presenza di impressioni monetali sulle orbite dell’uomo
della Sindone, anche la scienza numismatica è stata chiamata a dare il proprio
contributo per tentare di definire l’autenticità o meno del famoso lino.
Come è noto, il responso negativo (in quanto il
manufatto tessile risulterebbe essere di epoca medioevale, in un arco di tempo
oscillante tra il 1260 ed il 1390) ottenuto mediante la radiodatazione con il
Carbonio 14, effettuata nell’aprile del 1988 in tre diversi laboratori
internazionali, anziché acquietare gli animi dei ricercatori ha sollevato
un’ondata di polemiche per le modalità con cui furono eseguiti i prelievi
e per l’insufficiente riservatezza delle verifiche scientifiche. Oltre a
ciò il metodo adoperato non dà la certezza assoluta poiché il risultato può
essere falsato da contaminazioni microbiologiche o anche, in caso di incendio,
da modificazioni fisico-chimiche, oppure dal frazionamento isotopico.
Diversamente, in precedenza, gli esami palinologici
avevano evidenziato la presenza di microscopici granuli di polline fossile
prodotto da piante specifiche della Giudea e, a conferma del cammino verso
l’Europa e dell’esposizione in tre diverse aree geografiche, da
altre specie botaniche tipiche della zona di Bisanzio e della flora
franco-italiana.
Inoltre le perizie medico-legali sull’impronta
cadaverica concordano incredibilmente con quanto i vangeli riportano sulla
passione e morte di Gesù, e l’ipotesi di un falso svilisce in
considerazione che, anche con l’ausilio delle più moderne tecnologie, non
si riesce ancora a riprodurre una copia altrettanto perfetta e per di più ricca
di particolari inquietanti latenti per secoli e diagnosticabili solo grazie ai
raffinati mezzi elettronici dell’età moderna.
È il caso dell’inspiegabile tridimensionalità
dell’immagine, delle tracce di sangue umano e dei residui di mirra e
aloe, come anche della presenza di due piccole monete elaborate al computer
dopo l’individuazione fattane in prossimità degli occhi. Si tratterebbe
di piccoli bronzi, con modulo variabile dai 15 ai 16 millimetri fatti coniare
tra il 29 ed il 30 dal procuratore Ponzio Pilato a nome di Tiberio Cesare.
■ Bibliografia:
Ø
Alteri – Baima Bollone – Conti
– Panizza , Le monete del tempo di Gesù, Eupremio Montenegro
Editore, 1998
Ø
Borrelli Nicola, Il simbolismo pagano
sulla moneta cristiana, in “Rivista Italiana di Numismatica e Scienze
Affini”, Anno XXIX, fasc. IV, Milano 1916
Ø
Carrelli Guido, In tema di iconografia
monetale cristiana dell’Oriente (secoli IV a XII), in Bollettino del
Circolo Numismatico Napoletano, 1934, Anno XV, n. 2, pp.42-46
Ø
Ercolani Cocchi E, Si riapre il mistero
della Sindone, in Cronaca Numismatica, n. 79, ottobre 1996, pp. 16-22
Ø
Garrucci P., Esame critico e cronologico
della Numismatica costantiniana portante segni del Cristianesimo
Ø
Gnolfo Giovanni, Maria nelle monete,
1975
Ø Hendin D., Guide to Biblical
Coins,
Ø Hill G. F., Catalogue of the
Greek Coins of
Ø
Ladich Mario, La simbologia cristiana
nelle monete di Roma, in Cronaca Numismatica, 1995, n. 70, pp. 16-20
Ø
Luccioni Riccardo, Pesi, misure e
monetazione dell’antico popolo ebraico (il popolo “della
Bibblia”), in Quaderno di Studi del Circolo Numismatico “Mario
Rasile”, 1999 n. XXXIII
Ø Madden F. W, History of Jewish
Coinage and of Money in the Old and New Testament, 1864, rist. anastatica
Ø Meshrorer Y., Jewish Coins of the
Second
Ø
Prota Carlo, Un inedito follaro religioso
per Capua di Pandolfo Capo di Ferro e Ottone I Imperatore (964), in
Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, 1934, Anno XV, n. 2, pp. 16-22
Ø
Sambon Arthur, Monete delle prime leghe
italiche contro gli Arabi d’Africa e di Sicilia, in Bollettino del Circolo
Numismatico Napoletano, 1934, Anno XV, n. 2, pp. 5-15
ç La Vergine Mario
Nassa ha pubblicato Home page