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Altre chiese

 

(testo tratto da Luigi Cimino, Valle Agricola, paese mio, 1999, pp. 44-47)

 

 

Si conosce, poi, la chiesa di S. Maria al Pozzo a Valle di Prata, che fu bene annesso al seminario al quale fu imposto una tassa del 5% unitamente a tanti altri benefici della diocesi, pro seminario.

 

Chiesa di S. Antonio, fuori dell’abitato e della terra murata, sulla piazzetta S. Antonio.

 

Infine, si ha notizia, nel periodo del Monachesimo, del rinomato Cenobio di S. Nicandro, dipendente direttamente dall’abbazia di Montecassino.

Sorgeva nelle vicinanze del paese, su di un’altura, dove ancora c’è una fontana, detta di S. Nicandro, a ricordo del convento benedettino.

Erano rimasti i ruderi fino all’inizio di questo secolo, quando alcuni contadini ignari dell’importanza di quelle mura, per allargare di qualche metro i loro campicelli, ne distrussero anche gli ultimi resti.

 

Sono infine da ricordare i legami avuti dagli abitanti di Valle Agricola unitamente a Prata e Pratella con la famosa abbazia della Ferrara in tenimento di Vairano Patenora.

 

L’archivio parrocchiale conserva registri molto antichi: il 1° libro dei battezzati comincia l’anno 1632, il 1° dei matrimoni comincia con l’anno 1744, il 1° libro dei defunti comincia anch’esso dall’anno 1744.

 

Le Confraternite.

Confraternita dell’Addolorata. Fu fondata nella chiesa dell’Annunziata il 5 settembre 1778, come congregazione laicale, da dodici sacerdoti: Domenico Rega arciprete, Stefano Landi, Nicola Di Muccio, Fabio Landi, Pasquale Rega, Giovanni Riccio, Nicola Pezza fisico, Michele Pezzullo, Bartolomeo Rega fisico, il magnifico Giuseppe Rega, Leonardo Di Muccio, Giuseppe Riccio, e Domenico Varatta.

Lo Statuto, il cui scopo era quello di “mantenere la pace e vivere maggiormente da buon cristiani” fu approvato da Ferdinando IV dietro istanza del vescovo Sanseverino ed ebbe il R. Assenso il 15 Novembre 1778, col quale appunto si approvava lo statuto di 23 articoli.

Le elezioni si tenevano la 1° domenica di ottobre. I confratelli vestivano un camice bianco ed una mozzetta nera gallonata.

Si pagava la quota in questo modo: carlini 6 all’entratura, chi aveva da 18 a 25 anni, carlini 10 da 26 anni a 30, carlini 15 da 31 a 40, da 41 in poi decideva la fratellanza. In più c’era no le prestazioni: 2 coppe locali (litri 5,60) di grano da ogni confratello; il grano ricevuto in Agosto (epoca della esazione) si conservava fino a Marzo; una parte si vendeva per opere di culto, una parte si restituiva ai confratelli con l’obbligo di restituirla alla confraternita aumentata di un decimo.

 

Cappella di S. Sebastiano

Risale certamente all’ultimo seicento. Nel 1849 aveva una rendita di ducati 72,30. Il 25 Giugno 1869 passò alla locale Congrega di carità. Nel 1873 la rendita di tutte le cappelle laicali della Valle matesina fruttava L. 1.651,26.

Le altre erano:

Cappella del Rosario.

Cappella di S. Croce. Nel 1849 aveva una rendita di ducati 29,74.

Cappella del SS. Sacramento. Alla stessa epoca riscuoteva ducati 50,34.

 

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