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Vairano Patenora 

 

Chiesa di Santa Maria di Loreto

 

(testo tratto da Guido Di Muccio, Storia di Vairano Patenora, 1990, pp. 156-158)

 

 

 

Non si conosce la data esatta della sua costruzione, ma deve essere antichissima. Se ne parla nella descrizione di Vairano del 1660. Sorgeva nella parte alta di Vairano nello spiazzale omonimo non molto lontano dal castello. Aveva una sola navata con tre altari, uno al centro e in fondo alla chiesa era l’altare maggiore con l’obbligo di una messa alla settimana in suffragio dell’anima del chierico Andrea Carpino, che forse lo aveva eretto. I due laterali erano l’altare di S. Biagio e l’altro era dedicato a S. Antonio da Padova. In prosieguo scomparve l’altare di S. Biagio e se ne costruirono due nuovi: quello della croce o del Monte Calvario e con l’obbligo di celebrarvi la messa ogni venerdì di marzo per il defunto Francesco Di Muccio, l’altro altare era quello di Maria SS. Del Monte Carmelo; attiguo alla chiesa dal lato sinistro vi era il campanile con unica campanella e l’abitazione dell’eremita e tutt’intorno un uliveto di esclusiva proprietà della collegiata di S. Bartolomeo.

La chiesa andò sempre più deperendo e il 2 ottobre 1922 fu interdetta dal vescovo di Teano. Attualmente il tetto, gli altari, il soffitto mancano mentre il pavimento è sconquassato. La campanella fu trasferita nella chiesa di S. Tommaso. Intorno al 1960 i ruderi e l’oliveto furono venduti dalla curia di Teano per circa 400.000 al cav. Zanfagna Gerardo (?). Ricordiamo che la chiesa prima custodiva la statua di S. Lucia, che nel mercoledì precedente la prima domenica di maggio, veniva prelevata dai fedeli e processionalmente accompagnata nella chiesa di S. Bartolomeo, ove la statua veniva esposta alla venerazione dei fedeli e la domenica veniva accompagnata in solenne processione per tutte le vie del paese. Dopo l’interdizione della chiesa di S. Maria di Loreto, la statua fu trasferita nella chiesa di S. Tommaso, nella quale iniziava la celebrazione della festa, come prima avveniva nella chiesa di S. Maria di Loreto. Attualmente la statua trovasi nella chiesa di S. Bartolomeo.

L’eremita della chiesa di S. Maria di Loreto aveva l’obbligo di suonare due volte al giorno la campanella della chiesa i cui rintocchi si fermarono nel 1930. Tale campanella, a somiglianza della campanella di S. Maria Maggiore di Roma, che nella leggenda fu udita da un pellegrino boemo sperdutosi nella campagna romana e i suoi rintocchi valsero a fargli ritrovare la via, fu chiamata la campanella dello « sperduto » e, ai suoi rintocchi serotini, i contadini rientravano nelle case, non senza aver fatto il segno della croce ed aver esclamato « voce santa di dio, che ci rispondi! ». Questo lo ricordiamo ancora! Ricordiamo pure che dopo la predetta interdizione della chiesa di S. Maria di Loreto (1922) ed il trasferimento della campana presso il campanile di S. Tommaso, fu mantenuta la pia consuetudine di suonare la campanella quattro volte nella giornata: all’alba suonava « a giorno », ed era la sveglia per i lavoratori; alle ore 12 suonava « il mezzogiorno »; alle ore 16 suonava « ventun’ora »; alle ore 20-21 suonava le « ventiquattr’ore ». Tutto ciò perché nei secoli passati e specie per i contadini la giornata non andava dalle ore 24 di un giorno alle ore 24 del successivo, ma andava dall’alba al tramonto del sole. Naturalmente tale suddivisione del giorno paesano variava col variare delle stagioni.

 

 

La Chiesa di Santa Maria di Loreto come si presenta nel 2006 dopo il restauro degli ultimi anni.

 

 

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