La Parrocchia di
S. Mauro Mauro
(testo
tratto da Alfredo Romano, Solopaca, nuova edizione a cura di C.
Formichella, 1998, pp 80-81)
In
seguito alle varie calamità che colpirono Telese, specie dopo il terremoto del
1349, molti suoi abitanti scapparono, andando a popolare i paesi limitrofi.
Alcuni telesini, raggiungendo la riva sinistra del fiume Calore, si fermarono
su di un poggio, a circa un chilometro, tanto dal casale di Solopaca che dal
fiume stesso, donde era visibile la vicina città distrutta, alla contrada
“Terranova”, denominata così dagli stessi nuovi abitanti e
comprendente il tratto di territorio che va dal nostro cimitero all’antica
taverna del duca. Qui essi costruirono anche una Chiesa, presumibilmente nel
sito dell’attuale chiesa di S. Maria di Costantinopoli, in cui onoravano
il busto di S. Mauro M., loro santo protettore, che nella fuga avevano portato
con sé. Questa chiesetta può a ragione essere ritenuta la culla della futura
Parrocchia di S. Mauro M. in Solopaca.
Il 5 dicembre 1456 un nuovo
terribile terremoto, riferito anche da S. Antonino, distrusse dalle fondamenta
il recente casale di Terranova e quello di S. Giovanni. Quest’ultimo era
nel luogo chiamato ora “Santianni”, dove ancora esistono dei
ruderi, la fontana e la piazzetta. Essendo aumentata la popolazione della parte
alta di Solopaca e scomparsa l’antica Chiesa di Terranova, per l’orrenda
calamità tellurica, i fedeli di quella comunità decisero di ricostruire la loro
Chiesa parrocchiale alla contrada “Lo Morillo”, divisa dal rione
Capriglia, a mezzo del torrente Saucolo, nei pressi della cappella, assai più
antica, dal titolo di “S. Maria Te Amo”, che corrisponde
all’attuale Oratorio delle Suore Alcantarine. I lavori ebbero inizio
nell’anno 1569. Intanto, nel lasso di tempo che va dal terremoto, che
distrusse il villaggio di Terranova, al termine della costruzione della nuova
Chiesa a “lo Morillo”, quegli abitanti, per le loro pratiche
religiose, frequentavano, come comunità autonoma, la Chiesetta del
“Castel di S. Martino”, in un primo tempo, o la nuova Parrocchia in
via Procusi, poi, o la Cappella di S. Simeone, andata in seguito distrutta, o
la Chiesetta di S. Maria Te Amo. Ugualmente il parroco esercitava il suo
ministero, ora in questa, ora in quella Chiesa. Ciò viene facilmente dedotto
anche dallo studio dei registri parrocchiali, dove spesso è detto che nella
medesima Chiesa il ministero era diviso fra due Curati.
L’origine
dell’attuale Chiesa trova la sua testimonianza storica nella lapide
marmorea, collocata all’interno del tempio, a destra di chi entra, che
noi riportiamo nel suo testo originale:
D.O.M. / ARCHIPRESBJTERIALE
HOC TEMPLUM / DIVINO NUMINI / SUB INVOCATIONE S. MAURI MARTJRIS / DEDICATUM /
ABA ANTIQUA TERRRANOVA AEREA VULGARIS ANNO / MDCLXXXII / TEMPORE R. ARCHIP.
BUON-HOMO / TRADUCTUM / R. ARCHIP. DE HONOFRIO HIC NOVISSIME MDCCXIV /
EXCITAVIT / ILL. MUS ET REV.MUS V.I.D.D. FRANCISCUS BACCARIUS / EPUS. THELESINUS
/ MDCCXXX-XV-KAL.JUN.UNA CUM SUO UNICO / ALTARI MAIORI SUB TIT. EIUSDEM S.
MAURI / SOLEMNI RITU CONSECRAVIT / INDULGENTIAS QUOQ. XL DIER. QUOTANNIS / IN
IPSO CONSECRAT. DIE / LIBENTI ANIMO / CONCESSIT / V.I.D.D. EDUARDUS ABBA-MUNDI
PROT. APOST. / NUPERUS ARCHIP. IN HOC. MARMORE / B.M.P.C.
È rimasto memorabile
l’episodio del duca don Antonio Maria Ceva Grimaldi, il quale, insieme
con I suoi familiari, diede pubblico esempio di attiva partecipazione alla
costruzione della nuova Chiesa. Riportiamo in proposito quanto si trova
annotato nel Diario di un galantuomo dell’epoca.
“Addì 10 agosto
1682, giorno de S. Lorenzo, con processione si è portato il Santissimo dalla
Chiesa de S. Mauro et in detta processione ci è andato il sig. don Antonio
Maria Ceva Grimaldi, al presente duca di Telese, con la signora duchessa donna
Fortunata Dentice e con quattro suoi figli e tutti hanno portato una pietra dal
loco di detta Chiesa di S. Mauro, presso l’orto di don Ottavio Fasano,
loco destinato per fare la nuova Chiesa del detto S. Mauro, et il sig. duca e
moglie sono stati li primi a portare la pietra con tutti i suoi figli e poi
tutto il popolo”.
La cronistoria della
Parrocchia è facile ricavarla dall’elenco dei vari Parroci che si sono
susseguiti nella cura delle anime, con i rispettivi coadiutori del tempo.
I primi registri
parrocchiali, accuratamente custoditi in Archivio, rimontano al lontano 1625.