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Il Santuario della Madonna del Roseto

 

(testo tratto da Alfredo Romano, Solopaca, nuova edizione a cura di C. Formichella, 1998, pp. 60-61)

 

 

In origine la Badia di S. Maria del Roseto apparteneva all’Ordine dei Benedettini Bianchi, della riforma di S. Guglielmo da Vercelli, chiamati anche Verginiani. Esiste un sentiero montano, che rasenta la collina “Sbirrimorti”, detto ancora adesso “Via dei Monaci”. È tradizione, mantenuta viva specie dai solopachesi più anziani, che per detta strada i religiosi della nostra Badia si portassero alla Badia di S. Maria delle Grotte, sita sulle balze nordiche del Taburno, presso Vitulano, e diretta ugualmente da monaci benedettini. A valle del Monte delle rose, tuttora sgorga una fonte, detta “Fontana dei monaci”, le cui acque non sono più incanalate e si disperdono per i campi circostanti. L’Abate esercitava la sua giurisdizione non solo sul Monastero, annesso alla Chiesa badiale, ma in tutta la contrada. Benché non si possa precisare l’epoca della fondazione del Monastero e della Badia, della loro antica esistenza però abbiamo importanti testimonianze. P. Agostino Lubin, dell’ordine degli Eremiti di S. Agostino, nella sua opera “Abbatiarum Italiae brevis notitia”, dedicata a Leandro Card. Colloredo e pubblicata in Roma il 1693, allegando l’autorità di tutti i codici della Camera Apostolica, dove sono registrate le Badie e le tasse delle medesime, alla pag. 348, riporta la seguente nota: “Abbatia titulo S. Mariae de Roseto, alias de Rosito, Ordin. Sancti Benedicti, Dioec. Thelesinae, in Campania Felice, sive Terra Laboris, de qua loquuntur omnes codices Camerae Apostolicae; dicitur etiam de Rosito, & in Thelesia civitate collocatur”. Anche il noto autore francese Dom. L. H. Cottineau O.S.B., nella sua opera “Repertoire topobibliographiques des Abbajes et prieurés”, cita la nostra Badia, con queste parole: “De Roseto, Rosito, S. Maria, Bénédictin, diocèse de Telese, province de Benevento”.

Mancano rigorose notizie storiche intorno all’effigie della Madonna. La statua, molto simile a quella di S. Maria del Castagneto in Cusano Mutri, è ritenuta più antica del Monastero ed è assai bella; il suo primitivo colorito è rimasto alquanto alterato per i vari ritocchi apportati successivamente. Ha il busto e le mani scolpiti in legno ed è vestita con sottana rosa e manto celeste, ricamati in oro fino. Il suo volto delicato ed il suo collo lungo,pur non esprimendo chiaramente elementi bizantini, rivelano però gusti e influssi dell’arte ortodossa.

Il primo documento, che si riferisce al Monastero, è del 1374. Resta tuttavia la probabilità che il sacro Cenobio esistesse già nel sec. XI o XII. Intorno a quest’epoca infatti si accese una vera gara fra gli uomini di Dio nel fondare Badie.

Per impulso dell’abate Desiderio, il Monastero di Montecassino fu portato ad una grandezza mai raggiunta prima; per suo zelo furono istituite numerose comunità religiose, specialmente in Terra di Lavoro, nel Sannio e negli Abruzzi, dove l’abate cassinese esercitava, non solo la giurisdizione ecclesiastica, ma anche il potere civile. Sorsero allora le celebri Badie di S. Maria Maggiore, ecc. In quello stesso periodo, S. Guglielmo da Vercelli, dopo aver fondato sul monte Partenio l’Ordine dei Verginiani e costruito il grande Santuario di Montevergine, con l’aiuto e l’appoggio dei Normanni, eresse numerosi altri Monasteri nell’Italia meridionale…

 

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