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Sant’Angelo d’Alife

 

La cappella di S. Antonio Abate -1

 

(testo tratto da Marrocco Dante, L’arte nel Medio Volturno, pp. 25-26)

 

 

La cappella di S. Antonio abate fondata dai Beneintendis nel primo ‘400, racchiude notevoli pitture derivate dalla scuola di P. Cavallini, benché da alcuni si neghi tale derivazione. Chi ha dipinto qui, ha studiato a Roma forme di sapore classico mescolandole ad una struttura d’insieme gotica. La parete frontale, in alto, mostra il Transito di Maria in una forma iconografica rarissima: non è Cristo che riceve, è Maria stessa ad affidare agli Angeli la propria anima; in basso mostra l’Incoronazione. La parete destra presenta dal basso: Annunciazione; a destra Annunzio ai pastori; al centro la Natività (col particolare dell’ostetrica secondo il Protoevangelo di S. Giacomo); a sinistra c’è il Bagno di Cristo; nella zona inferiore l’Adorazione dei Magi (col motivo giottesco della cattedrale gotica dietro la Vergine). La parete sinistra ha una rappresentazione unica: l’Albero di Jesse (forse deriva dalla cappella di S. Lorenzo nel duomo di Napoli). È molto guasta. Sviluppa la genealogia del Redentore com’è in S. Matteso (I, 1-17). Sul tronco sono forti figure che fanno capo a Cristo, tre figure per ramo. La parete dell’entrata conserva scene della vita di S. Antonio abate con iscrizioni come: «Come Santu Antonio escìu de la cidada de Patras et andao a lo diserto».

La volta ha otto scompartimenti. In un piano superiore si alternano Padri ed Evangelisti. Sotto stanno figure simboliche. Le figure superiori sono in cattedra e sono interessanti per la storia del costume. Così si mostrano: Ambrogio e Fede, Giovanni Evangelista e Speranza, Agostino e Fortezza, Matteso e …, Girolamo e Temperanza, Marco e Prudenza, Gregorio e S. M. Ecclesia, al centro della volta è Cristo benedicente. Nella Natività e nell’Adorazione dei Magi le acconciature del primo ‘400 fanno la data, e quello fra i Magi che regge uno scettro, potrebbe essere il signore che ordinò il lavoro.

 

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