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  San Potito Sannitico: storia generale

 

Una popolazione sul posto si attesta dall’ultimo periodo sannitico. Nessuna miglior prova della suppellettile delle tombe.

In altro luogo si accennerà alla questione del toponimo sacro. Culto speciale del luogo è stato per s. Caterina d’Alessandria, † 25 Novembre 304, diffusosi già dal IV secolo. Sul posto, ci riporta o a una comunità cristiana molto più antica di fondazioni monastiche medievali, o a una comunità parrocchiale più recente, sorta per indipendenza da soggezioni a monasteri.

Comunque sia, in attesa di qualche scavo fortunato, diremo che la parrocchia di questo casale di Piedimonte, venne incorporata nel 1417 a S. Maria Maggiore. Uno dei dodici canonici-parroci della collegiata piedimonte vi si recava a turno per una settimana. La parrocchia ritornò autonoma il 14 Aprile 1601, e don Pietro Iacobucci fu il primo parroco. La povertà del beneficio era tale che, nel 1799, il parroco Felice Francomacaro chiese la riduzione delle messe a un tarì l’una, e gli venne accordata dalla Regia Camera.

I confini con S. Maria Maggiore (oggi con Sepicciano) furono stabiliti alla traversa dove poi sorse la cappella del Purgatorio, per cui il confine della parrocchia combacia con quello del comune, dal 6 Nobembre 1862 intitolatosi «Sanitico».

Fra le chiese esistite ricordiamo: S. Cassiano che era una dipendenza di S. Cassiano di Ailano; delle sue rendite qualcosa passò alla parrocchia, e il più al seminario, come fu stabilito dal vescovo Isabelli.

La parrochiale è dedicata a s. Caterina di Alessandria di Egitto, la venticinquenne colta e intrepida, condannata a morte nel 304, il cui corpo fu portato a mezza altezza, sul monte Sinai, e il cui culto si diffuse per tutti i paesi cristiani. Se già prima del 1417 era parrocchia, quando fu elevata? E quante volte rifatta?… Dell’edificio precedente all’attuale rimane una lapide nella cappella dell’Addolorata:

FRANCESCO PIAZZA COSTRUSSE QUESTA CAPPELLA / SOTTO IL TIT. DI S. ANDREA AP. / PER ESSO E I SUOI SUCCESSORI / NEL DI’ 2 LUGLIO 1533.

L’ultimo rifacimento è del 1765, come si rileva da questa lapide sulla facciata:

DIE DECIMO OCTAVO MENSIS AUGUSTI ANNO DOMINI 1765 / FRANCISCUS FRANCOMACARO / SYNDICUS / IHS;

e sul campanile: 1770.

Rimandando in altra parte le pitture di G. Bocchetti, ricorderemo che gli ultimi restauri curati dal parroco A. De Balsi, con soffitto a cassettoni, sono costati oltre trenta milioni, cinque dei quali dati dalla popolazione.

Altra chiesa in paese è dedicata al mistero dell’Ascensione di Cristo e a S. Potito. Fu edificata lentamente dall’università, e tuttora è di patronato comunale. Il 15 Settembre 1651 il vescovo De Medici riconobbe i diritti con apposita bolla[1]. Vi è venerato s. Antonio, e vi aveva sede l’omonima confraternita. La facciata fu restaurata nel 1894, da Martino Dalio.

Altre cappelle nel territorio sono: S. Michele, sui monti, a destra salendo per la valle del londro, oggi diruta; Purgatorio, edificata sulla carrozzabile Piedimonte-Telese allora costruita; Madonna di Loreto, rimontante al 1904, consacrata dal vescovo Caracciolo. La lapide dice:

D.O.M. / IN HONOREM B. VIRGINIS LAURETANAE / RECURRENTE PRIMO JUBILAEO SOLEMNIS DEFINITIONIS / DEI PARENTIS IMMACULATAE CONCEPTUS / TEMPLUM HOC / FIDELIUM OBLATIONIBUS EXCITATUM / SEPTIMIUS CARACCIOLO EP.US ALIPHAN. / V DUS NOVEMBRIS A. D. MCMIV / SOLEMNITER DEDICAVIT / EIUSQUE ANNIVERSARIUM DOMINICA III OCTOBRIS ASSIGNAVIT.

L’ultimo restauro è del 1967:

PER INTERESSAMENTO DEL DOTT. DI LELLO SALVATORE DEL SIG. LUIGI IZZO / E CON L’OBOLO DEI FEDELI / QUESTO TEMPIO FU RIATTATO. 1967.

S. Michele proprietà Petella-D’Amore, con bella statua dell’arcangelo.

 

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[1] Marrocco D.: La bolla di fondazione della chiesa dell’Ascensione in San Potito (Napoli 1976).