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¾        Prata Sannita: storia (cenni)

 

 

Dal 21 Settembre 1862 «Sannita», il primo documento che riporti il nome locu Prata, è una pergamena del monastero di Cingla, e risale a poco prima del Mille, ma non significa che sia nato allora.

Coi Normanni, e forse anche alquanto prima, la popolazione si è riunita nella «terra» fortificata presso il Lete.

 

Dal ‘400 secondo la tradizione, si è di nuovo sparsa nella pianura dove risiedeva prima di arroccarsi: in capanne di paglia, da cui Prata della paglia o pagliara. Dunque un pendolarismo che trova riscontro con quello della chiesa parrocchiale: da S. Pancrazio (vecchio) a S. Maria dentro le mura, a S. Pancrazio (nuovo), quello attuale.

 

Dalle pergamene di Cingla risultano una quantità di chiese e di preti; dalla pergamena 1358 dell’archivio Caetani di Roma apprendiamo l’esistenza di Giovanni arciprete di Prata, cui, il 26 Luglio 1271, il signore della baronia Filippo di Villacublai fa conferire la chiesa di S. Pancrazio; dalle Rationes del 1325 risultano un arciprete e dei chierici che pagano 15 tarì.

 

Fra le chiese ricordiamo che S. Maria di Prata è la chesa madre storica, e di lì esce il Corpus Domini. Rimasta abbandonata per lo spostamento della popolazione alla Pagliara, l’11 Maggio 1940 è ritornata parrocchia con decreto del vescovo Noviello: Actento quod suburbium Pratae inferioris… distat ultra mille passus ab ecclesia paroechiali, et habitatur ab ultra septingintis incolis…[1].

Il confine con l’altra parrocchia rimane al lato destro della via pubblica; beni: titoli di rendita; obblighi: una candela di una libbra alla parrocchia da cui si era staccata, nel giorno di S. Maria. S. Giovanni Battista, non più esistente, presso la porta omonima, non lontana dal fiume Ete (il Lete di oggi): ne parla anche Ostiense, e certamente esisteva da parecchio prima del Mille; nel 1024 apparteneva alla mensa vescovile, e aveva proprietà e un preposito. S. Vito nel castello omonimo fra Prata e Fontegreca, distrutto dai Saraceni, poi feudo di Montecassino.

Chiesa arcipretale è S. Pancrazio (in dialetto Francazio), l’antico culto di Prata per l’adolescente martirizzato a Roma, e ricordato il 12 Maggio. L’arcipretura vi è rimasta dal Medio Evo, pur con lo spostamento della popolazione. Di S. Agostino e di S. Francesco si parlerà nel capitolo sui Religiosi.

 

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[1] Bullarium, 266.