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S. ERACLIO PATRONO DI PIETRAVAIRANO

(tratto da P. Odorico Tempesta, La Gemma di Pietravairano, 1988, pp. 274-277)

 

 

Non sono in pochi a ignorare le origini del Santo, la sua vita, il suo apostolato, la sua morte. Non mancano frange di leggenda.

 

S. Eraclio visse e testimoniò della fede in Cristo Figlio di Dio e della Vergine-Madre Santissima, e nella Chiesa Cattolica e Apostolica.

L’Africa, molto probabilmente gli dette i natali. Fu creato Vescovo al tempo di Genserico (m. 477), re dei vandali, al quale è legata molta parte della sua vita e il suo martirio.

Genserico, dopo la tragica morte del fratello Gunderico (428), divenne re di Spagna.

Divorato dalla sete di potere, con un esercito di 80mila soldati si reca nell’Africa settentrionale (429), abbandonata dagli imperatori di Roma e di Costantinopoli e lasciata nelle mani del conte Bonifacio, che nulla poteva contro la forza e la violenza del vandalo, che spezzando ogni resistenza, in poco tempo, divenne l’incontrastato padrone seminando terrore tra le popolazioni, permettendo alle sue orde saccheggi e distruzioni. Stringeva d’assedio le città che ostacolavano il suo belluino furore.

Nel 430 assedia per 14 giorni la città d’Ippona; durante l’assedio morì il Vescovo della Città: Agostino di Tegaste. A succedergli è il Vescovo Eraclio, che con gli altri Pastori della Mauritania, della Numidia e della Proconsolare si oppone alla persecuzione di Genserico e al suo piano di espansione dell’arianesimo nell’Africa settentrionale.

Genserico, infatti che di religione non possedeva neppure una briciola, ma ariano per calcolo politico, infestò quei popoli di arianesimo e con fanatismo si scaglio contro i cristiani, con il sadico proposito di distruggere il Cristianesimo, sradicandolo dal cuore dei cristiani con la strage, la morte tra inenarrabili supplizi.

Quando l’imperatrice Eudossia, per vendicare l’uccisione del marito Valentiniano II (febb. 455) e l’onta di essere stata costretta a sposare l’uccisore, Massimo Petronio, si rivolse a Genserico; questi crede d’essere giunta la sua ora; lasciata l’Africa sbarca ad Ostia: 3 maggio 455; infine entra in Roma, che sottopone a saccheggio per 14 giorni.

A impedire il peggio, gli si levò contro il Pontefice Leone Magno, lo stesso che ad Aquilea costrinse Attila a ritornare sui suoi passi. Genserico seguì la stessa sorte, portando con se ingenti ricchezze, un gran numero di prigionieri, tra cui la stessa Imperatrice Eudossia e le due figlie,[1] Placidia ed Eudocia, che dette in moglie al figlio Unerico.

 

***

 

Prima di morire Genserico, per allontanare la condanna della storia di essersi macchiato del sangue dei Vescovi che aveva fatto prigionieri, tra i quali il Vescovo di Ippona Eraclio, affidò la loro sorte ad una fragile imbarcazione, che, dopo due giorni di navigazione, prodigiosamente, approdò sui lidi della Campania. I sacri Ministri vi lessero la volontà di Dio, che li chiamava all’evangelizzazione di quelle terre, lacerate dall’eresia e dalla politica.

Eraclio, riferisce la tradizione, tenne per se il territorio lungo il corso occidentale del fiume Volturno, fin quando non fu preso e ucciso per mano dei vandali ariani, che si trovavano in quelle terre, ove avevano fissata la loro dimora, con Capua centro. Il loro odio contro il « Galileo » era diabolico!

Molti furono i prodigi che seguirono al glorioso martirio del Vescovo Eraclio, la cui evo valicò le sponde del Volturno. Nel nome di Eraclio rifiorì la fede in Cristo Gesù, Figlio di Dio e Redentore, Consostanziale al Padre, dal Quale procede per generazione eterna, e moltiplicò il popolo di Dio.

A raccogliere questa fede e a testimoniare del Santo Martire Eraclio furono le popolazioni del nord casertano.[2]

A esprimere la particolare celeste protezione fu Pietravairano, che volle consacrata a Lui la sua chiesa sin dalla sua costruzione per opera del « Presbitero Pietro ».

 

***

 

Il primo settembre, da tempo immemorabile, è il giorno dedicato alla sua festa e viene ricordato con celebrazioni sacre e manifestazioni esterne   -che sono richiami di popolazioni vicine-  attraverso le quali si diffonde il culto e la devozione. Culto e devozione che hanno valicato i confini della regione, nonché d’Italia per mezzo dei cittadini della « Pietra » , che vivono nei paesi dei cinque continenti, nei quali si trovano per lavoro. Con il contributo, infatti che essi hanno dato e danno allo sviluppo, all’industria, al commercio, al progresso, alla civiltà, portano, nel cuore e nella vita, la devozione verso il santo Patrono e Taumaturgo « Beato Eraclio » e ne diffondono il culto con sacre, pubbliche e civili celebrazioni, identiche a quelle della terra natia, stupende e semplici, ma sempre calde di fervore di fede, di opere pie e di esultanza generale.

Anche chi per la prima volta ha assistito, ne porta nella mente e nello spirito l’indimenticabile ricordo.

Non è facile, infatti, dimenticare lo spettacolo, che offre Pietravairano in festa! La sua chiesa rivestita di drappi damascati, inondata di luci, con al centro del sontuoso baldacchino la preziosa argentea e artistica Immagine tra fiori scelti e scintillio di candele votive, desta meraviglia e devozione.

Inoltre come si fa a dimenticare: i rinomati concerti bandistici di Gioia del Colle e di Acquaviva delle Fonti (BA), di Squinzano (LE), di Lanciano (Chieti); i fuochi di artificio delle più richieste ditte della Campania; l’insolita e attesa animazione cittadina e le folle di gente delle località vicine; le grida dei venditori di oggetti-ricordo, di palloncini e d’altro; giostre e manifestazioni di folklore. Celebrazione questa di S. Eraclio, che lascia in tutti traccia indelebile, come di tutta una famiglia in festa.

La gioia è prorompente: dalle balconate e dalle finestre, dalle stradine e dai cortiletti, essa si eleva sempre più in alto, si diffonde e discende invadendo la sterminata pianura, che riecheggia, per i monti che la circondano, delle mille voci e delle note melodiose, sotto un cielo pieno di luce e di scintillanti stelle.

Le celebrazioni, che risalgono al 1182[3] si rivivono, nello stesso spirito di fede e con lo stesso fervore e entusiasmo, ogni primo settembre.

 

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[1] Enciclopedia Cattolica - ente per l’Enciclopedia Cattolica e per il Cattolicesimo - Città del Vaticano - 1876, pp. 29-30; Rizzoli-Larousse vol. VII, voce; Melzi Scientifico - voce: Genserico...

[2] P. Marrocco, Pietravairano - sua origine ed antichità - uomini e costumi, dattiloscritto, 1953, p. 5.

[3] A. Robbio, op. cit., pag. 12.