Luigi Palmieri Home page Biografia personaggi M.V. Pensiero scientifico
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Studi di Filosofia.
Palmieri parte dallo
Spiritualismo di Galluppi (il suo Maestro), in opposizione al Sensismo
francese, alla filosofia di Hegel e al Panteismo, e si collega
alla cosiddetta tradizione filosofica italiana e a Platone in
particolare.
Ma, nel 1841, conosciute le
teorie del Gioberti, ne diventa uno dei principali sostenitori, senza
rinnegare le precedenti posizioni.
Secondo alcuni studiosi, il
tentativo di conciliare le idee di tanti filosofi e la non perfetta
interpretazione del pensiero di Galluppi e di Gioberti lo conducono su di una
strada sbagliata.
Infatti, per costruire un
sistema filosofico proprio, egli cerca di sintetizzare le tre correnti
filosofiche a cui si era ispirato, ossia Psicologismo, Ideologismo e Ontologismo,
"ricorrendo al Primo Vere che non può essere psicologico senza essere ideologico ed ontologico ad un tempo",
ritenendo di non poter
cadere, così facendo, nel sincretismo
o nell'eclettismo.
Ma, questa sintesi, in cui
identifica Dio (Primo Vere) con la prima idea (primo psicologico)
e con la prima realtà (primo ontologico) lo conduce all'ammissione
della presenza di Dio ovunque e quindi proprio al Panteismo avversato.
Inoltre, egli si mostra
contrario al Positivismo perché questo, negando ogni conoscenza aprioristica,
nega l'uso delle ipotesi.
Ma la stessa sintesi di cui
sopra, di tipo hegeliano perché identifica l'idea con la realtà (infatti è una sintesi
dei contrari), lo conduce proprio al Positivismo avversato.
Il sistema filosofico
proposto sarebbe, quindi, contraddittorio e condurrebbe proprio all'eclettismo
e al sincretismo temuti.
Egli sarebbe stato indotto a
questa sintesi anche per aver considerato Galluppi cattolico ed ontologista
e Gioberti cattolico e nemico del Panteismo: ciò non sarebbe vero,
stando a quel che dicono gli studiosi di Filosofia (bibl.20).
Tuttavia, scrive Pastore:
«Se è vero che il Palmieri non può essere considerato come
pensatore originale, tuttavia non gli si può negare il titolo glorioso di
Maestro»,
poiché, come egli stesso
(Palmieri) scrisse,
«aveva dedicato tutta la sua vita alla gioventù, e che, amandola, non ebbe nessun'altra ambizione che di esserne riamato».
Infatti, come Studioso di
Filosofia, oltre che di Fisica, Palmieri affrontò con grande impegno tutti i problemi
filosofici:
a)
Problema gnoseologico,
b)
Problema della religione,
c)
Problema psicologico,
d)
Problema della nazionalità,
e)
Problema cosmologico,
f)
Problema pedagogico,
e a tutti egli fornì una soluzione sulla base delle
concezioni di Galluppi, Gioberti e di altri filosofi della tradizione filosofica
italiana.
Nota.
Qui mi limito a considerare
per esteso solo il Problema
cosmologico, più vicino alle scienze, e a dare qualche cenno sul Problema religioso, rinviando, per gli altri, all'ottimo lavoro
di G. Pastore (bibl.20).
8.1. - Problema cosmologico.
Palmieri segue la Dottrina dinamica in opposizione
netta a quella meccanica, come
fa la maggior parte dei giobertiani.
Infatti, nelle lezioni di
Fisica (bibl.1,2), asserisce che quando i filosofi e i fisici hanno voluto
indagare sul
"mistero profondo delle prime cagioni
naturali",
si sono scontrati su due concezioni opposte nel tentativo
di spiegare il mistero, dando vita a due scuole: meccanica e dinamica.
La Scuola meccanica ipotizza che in
natura esistano due generi di enti, la materia le forze.
La materia secondo questa dottrina sarebbe puramente passiva,
incapace di compiere qualunque azione, ma di subire quella delle forze.
Le forze poi, enti distinti dalla materia, sarebbero capaci di
mantenere in equilibrio o in moto la materia, e quindi sarebbero alla base
della meccanica.
A questa
dottrina aderirono Galilei, Cartesio e Newton.
La Scuola dinamica, sostenuta da Leibnitz,
nega quel dualismo, ossia la distinzione tra materia e forze.
Per essa ogni
sostanza è forza ed ogni forza è sostanza, e ritiene che l'equilibrio e il moto
siano una conseguenza del conflitto delle forze.
Per negare la
validità della dottrina meccanica Palmieri afferma:
«Se potessimo trovare in natura una porzione qualunque di materia che non soggiacesse all'imperio di alcuna forza, ma ridotta a quella indifferenza o passività voluta dalla scuola meccanica, la disputa sarebbe decisa col fatto; ma noi non conosciamo una tale materia, perché in natura tutto è moto ed equilibrio, e per un modo di esprimermi, tutto è vita nell'universo."
Questa dottrina,
secondo Palmieri, è coerente con la dottrina atomistica, perché l'atomo
sarebbe "energia" o "forza elementare", e questa sua peculiarità sarebbe addirittura
"più palese della estensione".
Quindi le forze,
in questa concezione, coinciderebbero con gli atomi della materia.
8.2 - Concetti di forza e di corpo.
Prima di vedere le
applicazioni di tale Dottrina dinamica, rivediamo con
più dettagli, i concetti di forza e di corpo in Palmieri.
Per lui, secondo la Scuola
dinamica,
"forza è
ciò che genera o tende a generare moto, come pure ciò che al moto
resiste",
e per corpo intende
"un sistema di forze in
equilibrio, qualora questo non venga turbato per altre forze",
perché in tal
caso si possono determinare condizioni di equilibrio dinamico diverse,
oppure
"certi moti intestini
delle molecole",
come accade
durante le variazioni di temperatura.
Questa
definizione di corpo riguarda anche i corpi viventi
Ma che cosa sono, invece, queste
forze, distinte dalla materia, nella Dottrina
meccanica ?
Egli risponde
che "non sono spiriti". Ogni forza è "un'astrazione", un "agente, un essere
senza del quale la forza non può concepirsi ", mentre la sostanza è la "causa" della forza.
Ancora mediante il concetto
di forza, Palmieri definisce la Fisica
come
"la
scienza delle forze (primigenie della natura) che governano la natura
inorganica, ossia di quelle forze che si appalesano nel corpo come tale,
prescindendo dal suo organismo vivente".
Pertanto tutti i fenomeni
studiati dalla Fisica, come quelli relativi al calorico, alla luce,
alle cariche elettriche, sono dovuti alle forze a cui obbedisce
la materia.
Ma non accetta il concetto
di "unità delle forze", che per lui equivale ad ammettere l'unità
della materia.
Per lui vale la legge della diade:
"...la
dualità, il conflitto è condizione generale di ogni fenomeno; quindi azione e
reazione, attrazione e repulsione, forza centripeta e forza centrifuga,
polarità, antagonismo, sessualità ecc".
Per Palmieri quindi la legge
della dualità e del conflitto è la vita stessa dell'Universo.
La stessa vita sulla Terra,
per lui, è
"risposta nell'attuazione perenne delle forze per le quali l'essere
organizzato si esplica."
8.3. - Applicazioni alla fisica (cenni).
Mediante la Dottrina
dinamica, Palmieri tenta di dimostrare "tutti i risultati della scienza
moderna"
e costruisce il suo sistema
cosmologico (bibl.1,2,3).
Infatti, in base a questa
dottrina egli:
1)
spiega
la teoria atomica della costituzione
dei corpi;
2)
non
accetta una materia passiva,
3)
non ammette differenza fra materia e corpo;
4)
ritiene
che la materia si possa classificare in "separabile ed inseparabile", ossia in corpi, e
atomi; per atomo dunque intende la unità fisica
della materia, ciò che "né la natura né l'arte può dividere";
5)
fa
osservare che sono ancora le forze che determinano la formazione del corpo e la
sua conservazione, poiché
"le molecole sono tenute in
sito da una forza che vi resiste".
Spiega inoltre
6)
la prima legge della Dinamica in base alla Dottrina
meccanica e a quella dinamica, preferendo naturalmente la seconda.
Nella Dottrina
meccanica,
"per inerzia intesero la
indifferenza della materia al moto o alla quiete, incapace cioè a muoversi di
per sè, ma pronta al moto, se una forza esterna venisse a costringerla, e del
pari incapace di per sè a porsi in quiete se era in moto senza una forza
somigliante."
Nella Dottrina dinamica:
"I dinamici invece non possono
ammettere che la quiete assoluta possa derivare dall'assenza di qualunque
forza, ma dal "conflitto di più forze, che dicesi equilibrio", il
quale se si rompe per l'intervento di una nuova forza provoca il moto e dura
fino a che non si verifichi una nuova condizione di equilibrio. Per costoro
l'inerzia consisterebbe nel comportamento della materia secondo leggi
necessarie, cioè prive della spontaneità che appartiene agli animali e
dell'arbitrio che appartiene solo degli esseri intelligenti".
Nel concetto d'inerzia
della Scuola meccanica si prescinde dalla forza insita nella materia, e
quindi la condizione di equilibrio di un corpo dura fino a che non si rimuova
un ostacolo, o non intervenga una nuova forza che rompe l'equilibrio.
7)
Spiega
la terza legge della Dinamica:
"L'azione è sempre uguale
e contraria alla reazione".
Se la legge si applica al
caso di forze in conflitto essa è evidente, ma nel caso di una forza che
incontri una materia perfettamente ed assolutamente passiva, inerte come
prevede la concezione meccanicistica, si cade in contraddizione, perché se la
materia non ha forza essa non può opporsi e resistere all'azione di una forza.
Chiama poi reazione o resistenza della materia
o anche forza d'inerzia la
forza esercitata dalla materia.
Si deve far quindi ricorso
alle forze alle quali ubbidisce la materia ogni volta che la materia deve
resistere a forze.
Ma quali sono queste forze?
Senza pretendere di enumerarle
tutte, cita
"la gravità, le azioni molecolari e la stessa impenetrabilità
della materia",
che egli considera una
forza.
8.4. - Osservazioni.
Le due dottrine, meccanicistica
e dinamistica, sono entrambe
esagerate (bibl.20), perché in esse si passa da un estremo a quello opposto.
Se è vero che in natura non
esiste una materia non soggetta ad alcuna forza, allo stesso modo non esiste
alcuna forza che non provenga dalla materia.
Che significa che un corpo
"è un sistema di forze in equilibrio"?
È solo un'astrazione, che
può essere anche comoda ai fini di alcuni studi, ma a cui non corrisponde
alcuna realtà fisica.
Il dinamismo
apparteneva alla posizione scientifica di Aristotele che, in Fisica, è
caduto in errori, anche gravi.
Il meccanicismo oggi
è in crisi a causa degli sviluppi della meccanica quantistica.
Per maggiori approfondimenti
sul pensiero scientifico rinvio lo Studioso agli Annuari citati.
8.5. - Problema religioso (cenni).
Ammette l'esistenza di Dio,
senza dimostrarla, seguendo il metodo ontologico di Gioberti (bibl.20)
poiché, dice:
«l'intelletto
ha in se stesso l'idea primordiale dell'esistenza dell'Infinito e perché anche
in questa vita fatalmente aspira al primo Vero che l'uomo crede».
Per Palmieri, che è contrario
al Panteismo, Dio è il Creatore e l'Ordinatore dell'Universo e si manifesta
nei miracoli che
"sono
delle sospensioni delle leggi delle natura"; in essi (miracoli) la Fisica
"vi scopre la necessità della onnipotente virtù di Colui che dettò le leggi
dell'Universo da Lui evocato dal nulla".
Considera, ancora con
Gioberti, la religione come la sintesi razionale del naturale col
soprannaturale,
avente una funzione pratica pedagogica; afferma che essa è
"il germe
della grandezza delle nazioni", che religione e fede sono le "viscere della
filosofia", che la religione italiana è "ontologista e cattolica".
Non tutti sono d'accordo
(bibl.20), ma non entro nel merito.
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