LE REALIZZAZIONI DELLA SME
(da “Invito al Matese” a cura
dell’EPT di Caserta e per iniziativa del comune di S. Gregorio Matese)
Il
massiccio del Matese, facente parte dell’Appennino Centro-meridionale, e
che, nella vetta del Monte Miletto raggiunge i
La Montagna del Matese è circondata ad Ovest ed a
Sud dal corso dell’alto e medio Volturno, ad Est dal Calore e dal
Tammaro, a Nord dall’alto corso del Biferno, e tutti questi fiumi vengono
principalmente alimentati dalle diverse sorgenti che scaturiscono alle basi del
massiccio.
Nel centro del gruppo
montuoso, a poco più di
Questa conca, disposta
con l’asse maggiore nella direzione est-ovest, lunga circa km 5,5 e larga
in media km 1,2 costituisce appunto il cosiddetto Lago Matese.
Il lago non ha alcun
affluente importante né alcun corso superficiale che funzioni da emissario. Il
lago non è altro che un largo e profondo serbatoio, in cui si raccolgono le
acque superficiali e sotterranee, defluenti o scaturenti dalle montagne
circostanti.
Il lago Matese, che
prima, specialmente nelle estati più secche, si asciugava quasi del tutto, o
per lo meno si riduceva ad un piccolo pantano insalubre, è oggi, con i lavori
di sbarramento degli inghiottitoi effettuati dalla Società Meridionale di
Elettricità, che offre in ogni stagione uno spettacolo assai interessante al
turista.
In primavera poi, nel
periodo del suo massimo invaso, quando raggiunge a quota 1012 un volume di
Caratteristica del lago
Matese sono gli inghiottitoi. Nella zona sud-ovest, in località Brecce, si
trova l’inghiottitoio omonimo. Esso ha la forma tipica ad imbuto, con
diametro in superficie di 6-
L’inghiottitoio
principale del lago è quello dello Scennerato, nella zona sud-est. Anche questo
si trova nell’interno di un anfiteatro roccioso che lo comprende.
L’inghiottitoio
Scennerato ha forte capacità di assorbimento e tutto il territorio circostante
nel raggio di 500 /
La Società Meridionale di
Elettricità ha circuito ed isolato con dighe in terra tutti questi inghiottitoi
e queste zone assorbenti. Gli sbarramenti hanno uno sviluppo complessivo di
L’impianto
idroelettrico del Matese entrato in esercizio nel 1923 è informato al concetto
di trattenere le acque in questione isolando gli inghiottitoi e di utilizare in
due salti successivi, con un modulo di circa m3 1,2 al
L’acqua del lago
Matese, captata a mezzo di una presa con griglie e paratoie per regolare la
immissione dell’acqua stessa, viene immessa in una galleria forzata,
scavata in roccia calcarea e rivestita in alcuni tratti di cemento in altri di
calcestruzzo, della sezione di circa
Alla galleria è innestata
una condotta forzata in lamiera con diametro variabile di metri 1,20 e metri
0,85. La centrale primo salto sorge in località Vallone Paterno e contiene due
gruppi ciascuno della potenza di 7300 HP. Le turbine sono del tipo Pelton, gli
alternatori sono trifasi a 10.000 Volt, della potenza di 7000 KVA ciascuno.
Dalla centrale I Salto, a
mezzo di un canale di derivazione a pelo libero della portata di
Il canale contiene
inoltre, disposti in appositi alvei praticati nel fondo, i cavi a 10.000 Volt
trasportanti l’energia generata dalla centrale I Salto. Il bacino di
compenso II Salto sorge in località Cila ed è destinato a permettere la
necessaria indipendenza del regime della centrale primo salto rispetto a quello
della centrale secondo salto. Questo bacino, con diga frontale di ritenuta in
muratura è stato ricavato in un esistente vallone. Ha una capacità di circa
La condotta forzata II
Salto ha caratteristiche analoghe a quelle del primo salto. Ha diametro
decrescente da metri
I cavi provenienti dal
primo salto, dopo di aver seguito il canale e attraversato il bacino di
compenso, proseguono, interrati, lungo la sede della condotta.
La centrale secondo
salto, insieme a parte della condotta forzata ed al collettore, fu completamente
distrutta in seguito agli eventi bellici.
La nuova Centrale, con
gli annessi servizi ausiliari, è stata ricostruita nella stessa zona dove
sorgeva la vecchia centrale, ma con intendimenti nuovi, quali la sistemazione
all’aperto dei trasformatori, prima in locali annessi alla Centrale. La
sola sala macchine con l’edificio destinato ai servizi ausiliari, occupa
un’area di
I due gruppi generatori,
ad asse orizzontale, sono costituiti ciascuno da una turbina Pelton a 2 giranti
accoppiate da un unico alternatore centrale.
La tensione prodotta a 10
KV viene trasformata da due trasformatori posti all’aperto a 60 KV ed
immessa sulle due linee per Frattamaggiore e sulle due linee per Benevento.
Al quadro all’aperto
arrivano inoltre una linea dalla centrale Lete a 60 KV ed una dalla Centrale
Aventino a 80 KV.
La tensione trasformata
da
Inoltre la tensione degli
alternatori, attraverso due trasformatori viene trasformata da
Altri due trasformatori
9000/220 V servono per i servizi ausiliari della centrale.
La ricostruzione della
centrale II Salto fu iniziata nel marzo ’47 e nell’aprile ’48
potevano già funzionare con apparecchiature provvisorie. Successivamente
venivano eseguiti i lavori di completamento dell’edificio della Centrale
ed i lavori di sistemazione del quadro all’aperto, portati a termine nel
marzo 1949.