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di Nicola Mancini
Nello scorso mese di
settembre, durante i lavori di restauro dell’ antica cattedrale di Alife, è
tornata alla luce, immurata all’ esterno della torre campanaria, un’ iscrizione
romana, dove si legge:
M.
GRANIO. M. F.
KANO.
PR. PRO
COS
PLEB. VRB.H. C.
Cioè: M. Granio, M(arci) f(ilio),
/ Kano, pr(aetori), pro / co(n)s(uli).
/ Pleb(s) urb(ana) h(onoris) c(ausa)
La gens Grania ci è già nota ad Allifae
per quattro iscrizioni che ricordano Grania,
L. f., Rufae, M. Granius, M. f., Gallus, M. Granius, M. f., Capra, M. Granius,....
Capella e M. Granius M. f., M. n.,
Cordus. Quest’ ultimo visse sotto Augusto e Tiberio, fu tribunus militum, praefectus equitum,
praefectus fabrum, tre volte duoviro quinquennale di Alife e, infine, curator aquae ducendae Allifis.
A tutti questi si aggiunge,
ora, M. Granius, M. f., Kanus,
pretore e poi proconsole, personaggio fino ad oggi ignoto all’ epigrafia ed
alle fonti storiche di Roma antica.
(Samnium, 1995, pag. 262)
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