(Estratto da Campania
Felix, Anno I, n. 10, 1909)
È
sita a
Caiazzo
giace in situazione amenissima, collegata a S. Maria C. V., da cui dista
Intorno
a Caiazzo scorgonsi le vestigia delle antiche mura ciclopiche che la cingevano
e le sue strade vanno ornate di belli edifizi, fra i quali meritano particolare
menzione il palazzo episcopale di buona architettura, restaurato ed ampliato
nel 1850 dal cardinale Francesco Serra dei Duchi di Cassano, arcivescovo di
Capua, e il seminario fondato dal Vescovo Fabio Mirto Frangipane, reduce dal Concilio
di Trento, nel 1564. Fra le varie chiese di bella architettura primeggia il
Duomo, la cui sede arcivescovile risale al 966, allorché Capua fu elevata a
metropoli ecclesiastica, come rilevasi dal P. Alessandro di Meo.
Nella
piazza del Mercato, ove conservansi alcune iscrizioni antiche, è un antico
serbatoio d’acqua, costruzione romana con sei grandi sotterranei a volta
e cinque aperture. In vetta al colle che domina la città e un castello turrito
di costruzione longobarda e con ampio orizzonte, già della famiglia Corsi,
fiorentina. In quel castello dimorò l’imperatore Federico II nel 1229,
dopo aver messo in fuga l’esercito dei chiavesegnati che tenevano
la città stretta d’assedio; e vi dimorò più volte Re Alfonso I
d’Aragona con la sua Lucrezia d’Alagno.
In
Caiazzo vi è un ospedale, l’Orfanotrofio e vari istituti pii, convitto
per signorine, seminario, banca ecc. I prodotti del suolo sono: ulivi, gelsi,
viti, frutta, cereali, ortaglie, canape, pascoli; tufo vulcanico ed argilla.
Caiazzo
un tempo dicevasi Caiatia, ben diversa da Calatia che trovavasi
sull’Appia presso l’attuale Maddaloni; ma queste due città, atteso
il facile scambio dell’i in l, furono spesso confuse
l’una coll’altra. È il vero che non è sempre possibile affermare a
quale fra le due riferiscansi alcuni passi degli antichi scrittori; ma è certo
che la Caiatia, città Sannitica nella valle del Volturno, è
l’odierna Caiazzo. Infatti Livio dice che Annibale discese dal Sannio
nella Campania per Allifanum Calatinumque et Calenum agrum; e in un
altro passo ci descrive Marcello avviato da Casilino a Calatia e quindi
procedente per Saticula e Suessula a Nola. Anche qui dunque per Calatia
deve intendersi la Caiatia sannitica a nord del Volturno.
In
un periodo antecedente noi troviamo Calatia reiteratamente mentovata
durante le guerre dei Romani coi Sanniti e sempre in connessione con luoghi
nella o presso la valle del Volturno. Per tal modo, nel 305 av. Cristo Calatia
e Sora furono prese dai Sanniti: sette anni prima Atina e Calatia
erano state conquistate dal console G. Giunio Bubulco; e non può cader dubbio
che la Calatia, dove stavano a campo le legioni romane prima del
disastro delle Forche Caudine era la Caiatia del Sannio. Sicché nei
citati passi di Livio leggesi erroneamente Calatia e Calatinus
per Caiatia e Caiatinus.
In
quanto alle origini di Caiazzo esse sono antichissime, e credesi fosse abitata,
prima della fondazione di Roma, dagli Osci che vi avevano edificato un tempio a
Priapo, come attestava una immagine poco decente sulla suddetta piazza del
Mercato, detta di Marco Gavio, sino al 1652, monumento prezioso per la sua
antichità, distrutto per fanatismo religioso.
Caiazzo
ha contribuito non poco all’unità nazionale e colà avvenne una eroica
mischia con i borboni ai quali arrise la vittoria.
Ora
quelle popolazioni, forti e gentili, attendono la linea ferroviaria
Napoli-Piedimonte, che sarà per esse indubbiamente di grande interesse
industriale e commerciale.