ALTRE PAROLE... 

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Acquannu u gèlu l'ortule cupri

Cciù prima, sì, parivi u finamunnu

C'è l'uomo

Francesco

Ho veduto

Il dito è l'indice il braccio è teso

Il mondo, un dizionario

Incredulo il pruno da poco fiorito

Lottano nebbia e tenebre

Momenti di noia

No cciù alla Libia

Non quello meditativo

Notte, regalami

Oh ch'io non venga a te lordo di sangue

Quam dilexi, cara imago

Quercia eri un tempo, o roverella

Questo mio corpo

Se mi ami perché

Sémmu fatti accussì

Ti parleranno male di me

Tu, ragazzo delle Shetland

Una è la verità

Uomo non più ma docile formica

 

1988

 

Tu, ragazzo delle Shetland

o di qualche altra regione,

morto in terre dove dicono “uaglióne”,

e le nuvole ti piangono

con gli occhi di tua madre,

ed il vento ti accarezza,

è lui! Tuo padre,

e quel penny del re Giorgio,

fuoriuscito alla divisa,

quale prezzo da pagare al paradiso.

 

Nella Russia sterminata

e straniero a quelle genti,

è riverso a terra, esangue, un mio parente.

Ricoperto avrà qual ghiaccio

lui che amava tanto il sole,

chiacchierone morto senza dir parole.

Non riscaldano le nevi

quei centesimi imperiali,

né l’effigie che vi è impressa

è dei suoi cari.

 

Non si giudicherà l’uomo

dal colore della pelle,

forse un giorno cesseranno anche le guerre.

Non si morirà più in Libano

o nell’Afghanistan,

in Sud Africa l’apartheid finirà.

Sarà bello tanto vivere,

bambino mio, vedrai,

fino allora però non crescere mai.

 

Si ricorrerà ai ripari

contro i mali della Terra:

nucleare, consumismo, effetto serra …

Ergeremo un monumento

al contrasto d’opinione,

tutto il mondo sarà un’unica nazione.