ALTRE PAROLE... 

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Acquannu u gèlu l'ortule cuprìva

Cciù prima, sì, parivi u finamunnu

C'è l'uomo

Francesco

Ho veduto

Il dito è l'indice il braccio è teso

Il mondo, un dizionario

Incredulo il pruno da poco fiorito

Lottano nebbia e tenebre

Momenti di noia

No cciù alla Libia

Non quello meditativo

Notte, regalami

Oh ch'io non venga a te lordo di sangue

Quam dilexi, cara imago

Quercia eri un tempo, o roverella

Questo mio corpo

Se mi ami perché

Sémmu fatti accussì

Ti parleranno male di me

Tu, ragazzo delle Shetland

Una è la verità

Uomo non più ma docile formica

 

 

1989

 

Questo mio corpo,

non più vivibile,

per cui nel mondo

camminai, libero

e direi no! Non lo voglio donare,

se potessi,

al chirurgo che intende salvare

ed al giudice che mi farà sezionare

perché amare, per me, non è questo.

Tuttavia, se lo Stato s’impone

e dissacra le spoglie – per amore –

allora io voglio,

già privo degli occhi,

dei reni e del cuore,

sostare tra i rovi,

esser tana di rettili

e pasto agli insetti,

ed ogni altra creatura affamata

ben venga, è invitata.

Poi se misero è il pasto ch’io dono,

se da solo non basto – Perdono!