ALTRE PAROLE...
Acquannu u gèlu l'ortule cuprìva Cciù prima, sì, parivi u finamunnu Il dito è l'indice il braccio è teso Incredulo il pruno da poco fiorito Oh ch'io non venga a te lordo di sangue Quercia eri un tempo, o roverella Questo mio corpo |
1989 Questo mio corpo, non più vivibile, per cui nel mondo camminai, libero e direi no! Non lo voglio donare, se potessi, al chirurgo che intende salvare ed al giudice che mi farà sezionare perché amare, per me, non è questo. Tuttavia, se lo Stato s’impone e dissacra le spoglie – per amore – allora io voglio, già privo degli occhi, dei reni e del cuore, sostare tra i rovi, esser tana di rettili e pasto agli insetti, ed ogni altra creatura affamata ben venga, è invitata. Poi se misero è il pasto ch’io dono, se
da solo non basto – Perdono! |