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Associazione Storica del Medio Volturno

I Biennale di Artigianato artistico del Medio Volturno

Catalogo della Mostra

Piedimonte Matese

Edizioni ASMV

1979

 

 

 

 

PRESENTAZIONE

La mostra dell’artigianato artistico del Medio Volturno è stata decisa dal Consiglio dell’A.S.M.V. il 2 dicembre 1978, e in quella riunione è stato approvato il regolamento (Registro dei verbali, pag. 87).

Il 7 febbraio 1979, pure in sede di Consiglio, sono stati formati i comitati: quello promotore, di personalità del Medio Volturno, di capi di enti statali, regionali e provinciali (Benevento e Caserta), che hanno generosamente incoraggiato, e quello organizzatore, per preparare e disporre la mostra.

Lo scopo? Sempre lo stesso, proprio di tutte le manifestazioni dell’A.S.M.V.: «l’unione degli animi fra i 150.000 abitanti della vallata» e stavolta «attraverso la conoscenza e l’ammirazione di quel che il territorio sa produrre non solo nel campo strettamente tecnico-commerciale, ma anche in quello artistico (art. 2)». Condizione basilare è che «gli oggetti devono essere lavorati nei paesi della vallata (art. 5)».

Tutto qui il valore della mostra: fare ammirare i prodotti del nostro artigianato, far conoscere quanto è stato lavorato nei piccoli abitati della vallata volturnense da chi lavoroa con capacità, con passione, con gusto, spesso ignorato, più spesso non apprezzato.

È doveroso ricordare – siamo un’associazione storica –, altre manifestazini simili hanno precorso quella attuale. Non è gusto di cronistoria, ma riconoscimento di sforzi che si susseguono, perché il problema è sentito.

A Piedimonte nel 1950, il prof. Giovanni Caso promosse la prima mostra artigiana. D’estate, nelle vaste aule dell’edificio scolastico, destò ammirazione. Nel 1951 ci fu la seconda mostra: di minor entità della prima, ma non di minor pregio.

Contemporanee a noi sono le mostre di artigianato di Cerreto Sannita del 1975, ’76, ’77, ’78, organizzate dalla comunità montana del Titerno e specie dalla Pro Loco cerretese, animata dal dinamico prof. Nicola Vigliotti. Anch’esse, specie l’ultima, sono state accompagnate dalla trattazione teorica sui problemi dell’artigianato da parte di personalità del mondo economico e politico, e guidate dal dott. Luciano Lombardi delle RAI-TV. Esposta roba splendida e caratteristica.

 

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Queste mostre sono provinciali; riguardano il Medio Volturno per un settore. L’attuale è di tutto il territorio geografico della vallata. È perciò interprovinciale fra Benevento (17 comuni), Caserta (28 comuni e una frazione), Isernia (4 comuni). È il territorio culturale dell’A.S.M.V., che tiene di conto la vallata fra l’Appennino (monti di Venafro-Matese-Taburno) e il Preappennino (monte Maggiore e versante Nord dei colli Tifatini), dove si svolge il corso medio del Volturno, fra le strette di Triflisco e di Ravindola, compreso il Basso Calore, una vallata che ha problemi ecologici, di insediamento umano, di economia e comunicazioni, anche di tradizioni di lavoro e di mercato, tipici e distinti da ambienti anche vicini.

 

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La mostra non è completa né perfetta. Non è limitata a un solo settore di lavoro, ma neanche li abbraccia tutti. Ci siamo limitati a quelli più caratteristici. È mancata pure la visione storica dello sviluppo del nostro artigianato. È soltanto attuale. Ma nel complesso è soddisfacente, non solo per i pregi intrinseci che possiede – qualità e quantità del materiale esposto –, ma anche perché è vivificata da uno spirito programmatico.

Ogni organismo infatti ha un’anima e un corpo, un pensiero e una materia. Ora, il pensiero che ha spinto l’A.S.M.V. a questa manifestazione è l’indagine sulle qualità meravigliose del nostro artigianato, sulle cause della sua diminuzione numerica, sui rimedi che si propongono per frenarla, su sviluppi possibili.

Ma la sola indagine teorica sarebbe rimasta sconosciuta e invisibile. Ed ecco il corpo: la mostra, visibile a tutti, prova pratica di quanto si è pensato e scritto.

Se ci fossimo limitati alla sola esposizione questa sarebbe apparsa come un bel corpo senza pensiero profondo e dirigente, esattamente come un’antica statua greca. E l’A.S.M.V. avrebbe tradito sé stessa e il secondo scopo culturale che la dirige: studio dei problemi attuali del Medio Volturno. Nella connessione fra studio da una parte, ed esposizione di manufatti dall’altro sta lo scopo della manifestazione, che perciò è stato raggiunto.

L’A.S.M.V. ha intenzione di continuare. Spetta all’opinione pubblica far sapere se vuole un ampliamento orizzontale con altri settori di lavoro artigiano (sartoria, calzatura…), oppure preferisce ogni volta un approfondimento verticale di un solo settore (solo l’arredamento, solo la ceramica, solo il vestiario…).

Premesso tutto questo, diamo ora uno sguardo, un pensiero all’argomento fondamentale.

 

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Perché si parla di decadenza dell’artigianato?

Anzitutto distinguiamo decadenza quantitativa da decadenza qualitativa.

Numericamente parlando, la flessione dell’artigianato artistico è un fatto innegabile. Nei cinquanta comuni della nostra vallata, dei quali solo due superano di poco i 10 mila abitanti, sei i 5 mila, ci siamo trovati di fronte a vuoti nel campo artigianale, specie quando abbiamo fatto il confronto con una delle prime esatte statistiche: quella del 1858, riportata dal sottintendente Francesco Viti nel suo libro «Sul distretto di Piedimonte» (Napoli 1857). Ci ha fatto male la notizia che l’ultima lavoratrice del cuoio di Guardia Sanframondi è morta tre anni or sono. Quanta tradizione di lavoro, e quanta ricchezza finita!

Ma se il numero è diminuito, non è diminuita la qualità, la bellezza suggestiva, il valore di vera arte dei manufatti artigiani. È la mostra a dimostrarlo. Nei merletti e nei ricami si vede il raffinamento del gusto, come nelle ceramiche, negli intagli, nel ferro battuto appare lo sforzo riuscito a superare una forma di lavoro strettamente commerciale, e altrettanto si constata nella scultura. Nel giocattolo scientifico, le piccole navi, si riassume lo studio sulla marina velica, un’espressione personale sta perfino nei lavori a fiamma ossidrica. In una parola, il prodotto artigiano esposto rivela l’impronta dell’espositore, e si rivela arte.

Ma il numero è ridotto, e si va riducendo ancora.

Non vi sono cause specifiche per il Medio Volturno. La questione interessa tutti i paesi industrializzati. Il lavoro a serie, meccanizzato, vantaggioso per il tempo impiegato e per la quantità del prodotto, ha vinto anche qui, come dovunque, quell’artigianato il cui prodotto richiede più tempo, più studio, ed esige un prezzo maggiore. Non c’è niente da fare. Il nostro angolo di terra non detta leggi al mondo. Per frenare, per evitare l’estinzione dell’artigianato artistico, non sappiamo proporre che tre mezzi: scuole d’arti, mostre e cooperative.

La scuola (o istituto) d’arte è il primo mezzo che può frenare la progressiva decadenza dell’artigianato, e rialzarne le sorti.

La scuola d’arte, dell’artigiano fa un artista, del maestro di bottega fa un insegnante di scuola, del lavoratore empirico e ripetitore fa un ideatore e trasformatore. Dà al lavoratore notizia di tecniche nuove, capacità di usare macchine; gli fa esigere un’officina decorosa, e respingere l’oscura e trasandata stamberga; gli dà coscienza di essere ben più dell’insignificante masterasciu, o dello ‘ntaccatoru, o del ruagnaru, e di essere maestro nel senso più decoroso, fecondo e vero della parola; dà la possibilità di annullare la distinzione fra artigianato dozzinale e arte; riesce a portare il lavoro del singolo a quell’unità di ideazione ed esecuzione, come esisteva nelle botteghe d’arte del Rinascimento.

E a questo punto, noi del Medio Volturno sentiamo non solo l’obbligo ma il piacere, di sciogliere un inno all’istituto d’arte di Cerreto Sannita. Voluto dalla cittadinanza cerretese, cui erano ben note le tradizioni d’arte locali, iniziò i corsi nel 1957, intitolato al ceramista Nicola Giustiniani. In cinque anni di corso, coll’insegnamento di materie specifiche, oltre a quelle di cultura generale, conferisce – colla sola Storia dell’arte, il disegno da vero, il disegno professionale, la plastica e molte ore di laboratorio –, la specializzazione in maturità di arte applicata, nelle sezioni di ceramica, legno e tessitura. Dal 1965 non caotico numero di «sfornati», ma 30 licenziati, altri 30 nel ’66, 25 nel ’67, 28 nel ’68, 30 nel ’69, 25 nel ’70, 20 nel ’71, 18 nel ’72, 24 nel ’73, 19 nel ’74, 15 nel ’75, 10 nel ’76, 15 nel ’77, 23 nel ’78. Un numero dosato, perché selezionato, e curato nella preparazione.

Crearne qualche altro? Sarebbe un bene. Il prof. Michele Giugliano del liceo scientifico di Piedimonte, il 26 gennaio ’76 ha chiesto nel consiglio comunale piedimontese, una scuola simile per Piedimonte, colla specializzazione nei metalli, per non interferire in quella di Cerreto.

L’A.S.M.V. non vede nella mostra un fuoco fatuo della durata di un momento, che si conclude con coppe o qualcosa di soldi per alcuni espositori. Le manifestazioni che l’Associazione promuove non sono le solite mostre paesane: l’A.S.M.V. aspira al duraturo, alla proiezione di quanto fa nel futuro, all’affinamento progressivo delle sue iniziative. Per cui, il secondo mezzo che auspica, è che la bella e interessante manifestazione di artigianato artistico si ripeta ogni tanto, anche se modificata, ampliata, portata in altri paesi del Medio Volturno, anche se a Napoli e a Roma. Più l’artigianato si fa conoscere nelle mostre, più ordinazioni riceve, più capitale incassa. Ne viene più voglia di lavorare, più gusto nel raffinare, più sostegno nel resistere alla tentazione di darsi al frettoloso prodotto commerciale.

Il terzo mezzo sta nel costituire una cooperativa, o più cooperative artigiane. Non si tratta, sia ben chiaro, di sottrarre alle singole botteghe la loro autonomia di produzione e di vendita. Si tratta di creare per i solitari pastori del Matese, per le casalinghe ricamatrici, per chi si è specializzato nel ferro battuto, nell’infisso e nel fregio di pietra e di marmo, nel mobile ornamentale, un grande magazzino di vendita, da cui una notorietà, e di conseguenza, una più vasta diffusione del prodotto che vi affluisce volontariamente, liberamente, per quel che il produttore vuole portarvi a vendere, per poter continuare a lavorare senza l’assillo dell’inutile discussione con la clientela: una cooperativa che non si limita a vendere, ma che acquista e distribuisce buoni materiali a prezzi ragionevoli, che tratta con ditte lontane lo smercio del nostro prodotto, che pubblica periodici listini di prezzi.

Il ringraziamento è doveroso.

L’A.S.M.V. ha offerto il diploma in pergamena a tutti gli espositori, e ha finanziato la pubblicazione. Ed è stato questo un soddisfare al giusto amoro proprio di tanti lavoratori, modesti e ignorati, e pur valenti.

Commuove vedere fra i Promotori della manifestazione le guide spirituali della vallata, i vescovi di Cerreto e di Alife-Caiazzo, che ringraziamo devotamente. E ringraziamo la presenza munifica delle autorità regionali, provinciali e comunali, quali l’Assessore regionale all’artigianato on. Armato, il consigliere regionale on. Cappello, il cav. Maggiò, Presidente della Camera di Commercio di Caserta, il prof. Libertore, Presidente della Comunità montana del Matese, i sindaci di Piedimonte, Gioia Sannitica, Raviscanina e San Potito Sannitico, e il Presidente della Pro Loco di Piedimonte.

Sono stati i primi, ed hanno il merito di aver precorso chi, per questa prima volta non ha creduto di partecipare. Con la loro lungimirante partecipazione, hanno reso possibili le future edizioni della mostra, da trasformare in fiera campionaria del Medio Volturno.

È quanto l’A.S.M.V. proporrà fra due anni.

Il presidente dell’A.S.M.V.

Prof. Dante B. Marrocco

 

 

 

Elenco degli espositori.

 

Settore del legno:

Auriemma Pasquale (Raviscanina)

Ceniccola Raffaele (Piedimonte Matese)

Conte Alessandro (San Lorenzello)

De Toro Antonio (Pietraroja)

Macchia Pasquale (Ailano)

Pascale Giocondo (Guardia Sanframondi)

Russomando Antonio (Cerreto Sannita)

Scungio Pietro (Vairano Patenora)

Signore Salvatore (Caiazzo)

Venditto Vittorio (Pietraroja)

 

Settore del cemento:

Melillo Salvatore (Gioia Sannitica)

Offreda Gian Carlo (Alife)

 

Settore delle coperte e trapunto:

De Felice Sacco Carmela (Piedimonte Matese)

Grimaldi Anna Maria (Guardia Sanframondi)

 

Settore dei costumi popolari:

Mattera Adriana (Piedimonte Matese)

 

Settore dell’incisione:

Orsi Lucio (Vairano Patenora)

Pasquarella Luigi (Solopaca)

 

Settore del giocattolo scientifico (modellismo):

De Biasi Remigio (Piedimonte Matese)

Cesarini Ludovico (Piedimonte Matese)

 

Settore del marmo:

Mastrangelo Arcangelo (Alife)

Sauro Ernesto (S. Potito Sannitico)

 

 

Settore della miniatura:

Giordano Anna e Enrico (Alife)

 

Settore dell’orologeria:

Carnevale Ruggero (Piedimonte Matese)

 

Settore del rame:

Quintavalle Ugo e Vincenzo (Piedimonte Matese)

 

Settore del ricamo e uncinetto:

De Lellis Carmela (San Potito Sannitico)

Grimaldi Anna Maria (Guardia Sanframondi)

Miele Ballarino Maria (Piedimonte Matese)

Nobile Mancini Maria (Raviscanina)

Petronzi Rosaria (Cerreto Sannita)

Sorrentino Maria (Piedimonte Matese)

 

Settore di pittura su stoffa:

Chiarizia Maria Lucia (Gioia Sannitica)

De Petris Maria Pia (San Lorenzello)

 

Strumenti musicali:

D’Onofrio Antonio (Baia e Latina)

 

Settore di vimini:

Mecaroni Paolo (Raviscanina)

 

Settore della ceramica:

Barbieri Guido (San Lorenzello)

Maddonni Antonino (Cerreto Sannita)

Marcuccio Pietro (San Lorenzello)

Mazzarella Liberato (San Lorenzello)

Sagnella Elvio (San Lorenzello)

Sagnella Nunzio – Fiorito Rosa (Cerreto Sannita)

 

 

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