(testo tratto da
Luigi Cimino, Valle Agricola, paese mio, 1999, pp. 40-44)
La chiesa è a due navate (insolita pianta composta
da una navata centrale ed una laterale), recentemente restaurata, conserva la
sua caratteristica di chiesa rupestre, con una doppia scala d’ingresso ed
il piccolo campanile incorporato nella facciata. È posta sulla via vecchia per
Prata (unico accesso al paese fin quando fu costruita la carrozzabile per
Ailano e Vairano Patenora).
Teneva annesso l’ospedale, ed è dedicata alla
S. Croce, ma questo titolo fu trascurato quando assunse la funzione
ospedaliera. Importante appunto è l’altare della S. Croce, nella navata
di destra.
È tutto in marmo, con abside semicircolare con un
affresco in parte rovinato, ma artistico. Nella semiluna superiore è
rappresentato il Pantocrator che, sulle nuvole, in manto rosso scarlatto,
regge con la sinistra il Mondo, mentre con la destra traccia un solenne gesto
di benedizione.
Nella zona centrale si vedono quattro angeli; i due
laterali resi vivi dallo sfondo indovinato della conchiglia e i due centrali
che, lieti, accompagnano con gli strumenti il loro canto.
La zona inferiore è la più rovinata: è divisa in
quattro sezioni da colonne corinzie che formano un loggiato su cui si
affacciano quattro figure di santi.
Molto interessante è la lapide a sinistra
dell’altare che recita testualmente: “haec sancta ab universitate fuit erecta a fundamentis ac dotata an.
o. mos. et huc traslata an. ubi orabit sacerdos pro peccatis populi”.
A
destra, invece, c’è uno stemma che potrebbe considerarsi il vero stemma
di Valle Agricola, stando a ciò che dice la lapide esplicativa di sinistra (ab
universitate, cioè dal Comune): una
torre con quattro merli, una porta inferiore ad arco e sui merli un uccello
rapace che non si sa se è li per difenderla o per attaccarla.
Non meno importante è l’altare della Madonna
delle Grazie per la pala d’altare formata da tanti quadri sacri di
pittori locali.
La statua della Madonna è del VII-VI secolo.
Anche la statua di S. Nicola è molto antica.
Interessante è anche un quadro di S.Michele
di A. Ciallella del 1859; vi si conservano pure dei quadri di Bocchetti donati
dal vescovo Noviello e raffiguranti la Madonna, S. Rocco, S. Sebastiano.