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PROFILO BIOGRAFICO

 

 

“Un ritratto a carboncino[1], un a fresco[2], un bronzo[3], una biografia[4], qualche flusso di ricordi d’uno scolaro[5], un’epigrafe non riprodotta su marmo o in bronzo[6], la memoria dei suoi allievi[7].

Uomo di acuta intelligenza e di vasta cultura, la sua esperienza di vita lo fa consigliere e sprone di tutti, particolarmente dei diseredati, che ricorrono a lui per un parere o un suggerimento nei momenti bui della vita.

Giacomo, cui vennero imposti anche i nomi di Anna Armando Mario, nacque a S. Gregorio Matese il 26 luglio 1883 da Carmelo Pasquale, cuoco del senatore Achille Del Giudice e da Maria Filomena De Lellis, di antica e benestante famiglia locale[8].

 

San Gregorio Matese

 

Dal fisico piuttosto gracile, rimase orfano di padre e poi di madre quando aveva appena diciassette anni.

Frequentò il seminario diocesano per tutti i corsi inferiori e teologici, fino all’ordinazione sacerdotale; fu in quegli anni che contrasse una grave infezione alla mano destra, che non poté più usare né tenere scoperta per un intervento chirurgico subìto e che portò sempre inguantata.

L’evento doloroso, che gli procurò notevole sofferenza fisica, tra l’altro sopportata con molta dignità, servì forse ad affinargli le voglie, indirizzandolo decisamente al mondo dello spirito.

Per l’ordinazione sacerdotale (1906) fu necessaria la dispensa vescovile, che lo autorizzava ad usare la mano sinistra per la consacrazione dell’o-stia e per la benedizione dei fedeli.

Nello stesso anno si iscrisse all’Università di Napoli, per passare l’anno successivo a Pisa, attrattovi dalla presenza del professor Toniolo, ordinario di economia politica[9].

Ritengo utile evidenziare che il punto focale della ricerca del Toniolo fu il legame intercorrente fra etica ed economia, quest’ultima vista in una posizione nettamente subordinata alla prima.

Considerato uno degli esponenti più autorevoli della scuola etico-cristiana, nei suoi saggi di storia economica del Medio Evo, il Toniolo ha posto l’accento sulla struttura corporativistica nei rapporti di produzione e sulla collaborazione fra le varie classi sociali, caratteristica di quella società. Questi studi hanno rappresentato, in sede storiografica, la verifica delle sue teorie economiche e sociali, intese a realizzare una migliore giustizia sociale su basi cristiane nel tentativo di dare una risposta alternativa sia all’ideologia liberale che a quella socialista.

In questo senso ha assunto un ruolo di mediazione tra la vecchia e la nuova generazione cattolica.

E su Toniolo torneremo più avanti, nella trattazione dell’azione politico-sociale del Vitale.

Questi a Pisa dovette affrontare grandi sacrifici, ma gli stenti erano superati dalla forza d’animo, rivestita di giovialità[10]. Nell’aprile del 1909 fu tormentato da un’artrosi deformante, molto dolorosa, ma che sopportò in silenzio.

Il suo cruccio gli derivava dal ritardato conseguimento del diploma di laurea, avendo dovuto rallentare il ritmo degli studi per le acute sofferenze, miste a febbre alta, che lo costrinsero a letto per lungo tempo. In questo triste periodo di malattia fu assistito “da una santa e caritatevole signora, con gran pena e fatica, giorno e notte”, confortato dalla zia Eleonora e dal dottor Ernesto de Lellis. Lo guarì, dopo l’ospedale, la cura a Monsummano Terme, nelle grotte infuocate[11].

La laurea in lettere la conseguì presso la prestigiosa Università di Pisa nel 1910, con il massimo dei voti e la lode, discutendo la tesi Lo spirito filosofico nei canti d’amore dei poeti del Dolce Stil Novo[12].

 

¬ Giacomo Vitale nel giorno della laurea

 

Tornato a Piedimonte, fu nominato canonico della Chiesa dell’Annunziata, dopo essere stato già mansionario dal 1905 della Chiesa di Santa Maria Maggiore (oggi Basilica, nella quale si venera S. Marcellino, protettore della Città).

Nel Seminario Alifano, ove dimorava e insegnava, vi rimase per tutta la vita, rinunciando sia ad incarichi di insegnamento molto più importanti, come quello offertogli presso il Collegio-Liceo dell’Abbazia di Montecassino, che a cariche ecclesiastiche in diocesi.

Al vescovo Noviello, che insisteva in tal senso, con tutto rispetto, rispose:

 

Non è il posto che fa l’uomo, è l’uomo che illustra il posto”[13], con il suo impegno e la sua dedizione”.

 

E lui lo onorò il posto, con le rinunzie e l’operosità. Fu a lungo professore di lettere classiche e preside del Liceo-Ginnasio S. Tommaso d’Aquino l.r.

Ma ecco, nel ’46, la malattia che doveva condurlo alla tomba si manifesta in tutta la sua gravità: papilloma vescicale.

Il vescovo Noviello lo condusse a Napoli, ma ormai era troppo tardi.

Sopportò le sofferenze fisiche con grande dignità, sorretto dalla cura e dall’affetto dei suoi amici più intimi, come il dr. Giovan Giuseppe D’Amore, Errico Di Nardo e Romeo Simonetti, come riferisce D. Marrocco nell’articolo Ricordi del prof. Vitale in “Giacomo Vitale”, scritto nel 1964 su incarico del “Comitato per le Civiche Onoranze”, che si proponeva di ricordare gli uomini illustri di Piedimonte.

Munito dei Sacramenti, moriva il 5 aprile 1947, all’età di sessantaquattro anni.

 

Fra queste mura silenziose e fredde del Seminario, il Prof. Vitale visse, solo, una vita di pensiero, riempiendo la solitudine con le visioni che gli venivano dalla cultura.

 

 

Il suo corpo riposa nella Cappella dei Nobili del cimitero di Piedimonte, con apposta sul marmo la scritta:

 

L’Ideale della mia vita

dolorare e sacrificarmi

pensare e agire…

 

A

GIACOMO VITALE

SACERDOTE E MAESTRO

S. GREGORIO 1883 - PIEDIMONTE 1947

ALUNNI E AMICI CON REVERENTE MEMORIA

PONGONO 5 aprile 1964

 

La data a ricordo dell’esumazione della salma.

 

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[1] Gaetano Bocchetti ritrae il professore don Giacomo Vitale, dal vero, a carboncino.

Il professore Alessandro Parisi, a seguito di cortese visita alla scuola media G. Vitale, su invito dello scrivente D. S., dopo attento esame del ritratto custodito gelosamente nella sala di Presidenza, ha riferito testualmente “Trattasi del ritratto originale del Bocchetti, eseguito a fusaggine (carbone da disegno), su carta da spolvero, abilmente lumeggiato con sgommature sulla fronte”. La cornice è stata recentemente oggetto di restauro, su commissione dello scrivente, a seguito di suggerimento del prof. Giovanni Parisi.

[2] Gaetano Bocchetti riproduce Giacomo Vitale nelle sembianze di S. Lorenzo martire nell’affresco del riquadro alla Regina Martyrum, nella Collegiata A.G.P.

[3] Luigi Fagnani è lo scultore del busto in bronzo del professore Vitale, sito nella villa comunale di Piedimonte Matese.

[4] Dante Marrocco, Giacomo Vitale, Piedimonte d’Alife, 1964, pagg. 13 e segg.

[5] Domenico Loffreda, Psicologia e didattica dell’educazione artistica e Ricordo un Maestro: Giacomo Vitale, Piedimonte Matese, 1972; e Archipresbyterialis Ecclesia S. Mariae Gratiarum S. Gregorii 1596-1996, Piedimonte Matese, 1996, pagg.77-81.

[6] Salvatore avv. Rossi, già magistrato, è l’autore dell’epigrafe, per ora riprodotta solamente su cartoncino con fotografia del professore.

[7] D. Loffreda, Giacomo Vitale Il Prete - Il Maestro in “Giacomo Vitale sacerdote educatore”, Tip. Bandista Piedimonte Matese, 1998.

[8] D. Marrocco, Giacomo Vitale, Tipografia La Bodoniana, Piedimonte d’Alife, 1964, pagg. 7-8.

[9] Giuseppe Toniolo (1845-1918), titolare di economia politica a Pisa dal 1882 e studioso di storia sociale. Nel 1886 pubblica un importante saggio sul periodico ufficiale dell’Opera “Economia sociale cristiana” dal titolo Il Movimento cattolico ed un opuscolo su un programma di economia sociale cristiana.

[10] D. Marrocco, op. cit., pag. 9.

[11] D.Marrocco, op. cit., pag. 10

[12] D. Loffreda, Luigi Noviello vescovo, Giacomo Vitale, Michele Di Muccio, Sacerdoti - Professori, ASMV Editrice, Piedimonte Matese 2004, pag. 45-55.

[13] D.Marrocco, op. cit., pag. 10