L’origine
del nome (di
Raviscanina)
(testo tratto da
Nicola Mancini, Raviscanina Ricerche Storiche, a cura della Pro-Loco
Rupecanina, 1998, pp. 5-6)
Il pendio che unisce i primi monti del Matese con la
pianura del Volturno, dalla Rava di Raviscanina al vallone di S. Lucia di
Alife, doveva essere solcato, in tempi molto lontani, da alcuni alvei ghiaiosi
scavati dalle acque che, di tanto in tanto, scendevano impetuose dalle
montagne, a seguito di qualche violento e prolungato temporale. Ognuno di
questi greti biancheggianti di ciottoli veniva chiamato grava, termine
che ancora oggi si ritrova a nord-ovest di Raviscanina, dove si dice Rava
un ampio alveo cosparso di detriti rocciosi.
Tale l’aspetto topografico in tempi molto
remoti, e tale dovette trovarlo il console romano Caio Claudio Canina, quando,
nel
Oggi di Claudio Canina non ci restano che due
frammenti di iscrizioni e la citazione del uso nome nelle liste consolari del Chronicon
di Cassiodoro[3]. Il
primo frammento ricorda il trionfo su Lucani e Sanniti che Canina celebrò per
le imprese del
[1] Nel Medioevo questo nome era diventato Ravecanina e nella trascrizione dei documenti in latino lo si tradusse in Raviscanina. Gli abitanti, continuarono ad usare il vecchio toponimo fino agli inizi del sec. XVIII.
[2] Tito
Livio fu storico romano. Nacque a Padova nel
[3] Aurelio Cassiodoro, storico romano, nacque verso il 490 d.C. e morì intorno al 538.