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FERROVIA NAPOLI-PIEDIMONTE

(testo tratto da D. B. Marrocco, Piedimonte Matese, III edizione, 1999, pp. 380-381)

 

 

Rimasta a 25 km da Telese e a 34 da Caianello, Piedimonte avvertì il bisogno di una linea diretta per Napoli. Progetti e petizioni si seguirono. Nel 1898 ci fu perfino la proposta di prolungare la tranvia Napoli-Aversa fino a Piedimonte. L’Amministrazione provinciale concesse un sussidio di L. 500 a km, il Comune dette L. 6.000 annue per cinquant’anni, sussidio che poi passò alla Compagnie des chemins de fer du Midi de l’Italie.

Finalmente, col regio decreto 1 Aprile 1900 n. 191, la Napoli-Piedimonte fu concessa: la compagnia francese ne accettava la costruzione, e il 23 Maggio 1909 si stipulava la convenzione fra essa e l’amministrazione dello Stato. Un altro regio decreto del 21 Settembre 1909 approvava la convenzione.

Il primo treno arrivò a Piedimonte il 30 Giugno 1914. Il merito principale andava all’on. Angelo Scorciarini Coppola.

Durante la prima guerra ci fu la riduzione di corse e, per la mancanza di carbon fossile, il nostro treno fu costretto ad andare a legna. Impiegava nel viaggio parecchie ore, e stentava a superare l’ardua salita di Caiazzo. Le corse tornarono normali dopo la guerra. Si ebbero quattro corse quotidiane. Arrivata la seconda guerra, a causa di mancanza di carburante, si ebbe uno straordinario affollamento e una rinnovata lentezza. Si giunse così al 6 Ottobre 1943, giorno in cui i guastatori tedeschi fecero saltare in aria i binari, uno ogni 50 metri.

Il treno da allora, dopo alcuni restauri tornò a percorrere la linea fino alla Biforcazione di Capua, ma non giunse più a Piedimonte.

Finalmente, avuto il decreto del Ministero dei trasporti per la ricostruzione dei 36 km da S. Maria Capua Vetere a Piedimonte, il 4 Gennaio 1955 a Triflisco iniziarono i lavori.

 

La stazione di Piedimonte Matese come appare nell’Agosto del 2006

 

A Piedimonte fu costruita una nuova stazione e una lunga pensilina, e il 4 Aprile 1963 il treno vi entrava. Compie il suo percorso di km 79 + 700 in ore 1,20 e per il trasporto merci in ore 1,50. L’interessamento del ministro Bosco è stato decisivo per la ricostruzione.

La linea, da Biforcazione di Capua, ha avuto qualche rimaneggiamento. Ci sta una prima galleria a Triflisco, ma il più importante è quello di Caiazzo, dove quattro tunnel evitano di salire su tutta la collina. Il binario è a scartamento normale, le curve sono larghe, le pendenze attutite, l’elettrificazione è a corrente continua a 3.000 Volts, apparati centrali elettrici, elettronici e a 4 motori di 150 HP ognuno, locomotori da 40 T. a 4 assi motori, accelerazione di m 0,80 x sec. per treni viaggiatori, e di m 0,80 x sec. per i treni merci[1].

Nel Giugno 1969 la gestione è passata alle T.P.N. tranvie provinciali napolitane, e il 1° Dicembre 1970 s’è avuto il regolare contratto. Il 1° Gennaio 1978 è stato costituito il « Consorzio trasporti pubblici per Napoli » fra i comuni della linea.

 

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[1] V. Sasso P., Studi per una ferrovia economica Napoli-Piedimonte d’Alife (Napoli 1880); D’Aniello P., Studio di massima di una ferrovia economica a scartamento ridotto da Napoli a Piedimonte d’Alife (Napoli 1888); Dello stesso, Per la ferrovia Napoli-Piedimonte (Napoli 1891); Dello stesso, Per la ferrovia economica Napoli-S. Maria C. V.-Piedimonte. Memoria (Roma 1896); Capuano A., Ferrovia economica Napoli-Piedimonte a sezione ordinaria km 114 (Napoli 1891).