Una intima tensione poetica, filtrata
dall’esperienza di vita, alita nelle espressioni riflesse della sensibilità e dell’immaginazione
di Pasquale Marco Fetto per la personale dimensione psicologica che assume nel
volumetto dal bel titolo simbolico “L’unica rosa” la corposità verbale dei
versi come prolungamento e dilatazione del proprio percepire lontano dallo
snobismo letterario.
Il Fetto impianta processi creativi che scaturiscono
con piacevole spontaneità e schiettezza dal cuore, non offuscati da orpelli
inutili o da inquinamenti, ma dànno il senso delle sue espansioni emotive con
la trasparenza del vero di un interno che è possibile esplorare penetrando nei
suoi segreti attraverso le fresche immagini.
Nella sua “musa rovente” di umori e di fermenti
fanno da padrone dati genuini come “sentimenti – preghiera e l’universo” e il
suo messaggio si articola in questi tre indicativi raggruppamenti tematici per
un possibile itinerario speculativo che fa sentire l’unità segreta degli
elementi e fa intravedere quanto sta al di là dell’esistente.
In una gamma complessa di notazioni palesa con un
multiplo canto la sua visione dell’amore, essenziale e perenne sentimento
dell’uomo.
Gli istanti dominati dal godimento di stare insieme
e di scambiare i segni tangibili di un saldo e concreto amore attraverso le
pulsioni dell’affetto, che accende i desideri, creano l’esigenza immensa e insaziata
di comunicazione. In pieno rilevo si afferma nell’analitica dell’amore la
tensione dell’incontro con l’altra in un’atmosfera impareggiabile e si anima la
congenita necessità di comunicare. Si ritrova la categoria della relazione,
perché la vita è relazione, relazione di amore che non distrugge il tu
dell’altro, ma lo valorizza nella trasmissione “ridestando il mondo perduto”,
in cui immergersi attratti e idealmente riconoscersi per il reciproco donarsi.
Poesia e realtà si fondono nella forza significazionale dell’amore.
Il Fetto sente pulsare in sé l’amore, che divampa
intenso, e attesta il profondo rispetto per lei, senza che il tempo nel suo
impaziente fluire vi abbia gettato la sua sottile cortina di nebbia. Così vive
il suo rapporto amoroso con integrale consapevolezza e con il suo fino e
intelligente gusto realizza il suo sogno.
“Dio è amore” ha affermato l’evangelista Giovanni e
la voce del cuore e della mente desidera colloquiare con Lui. La preoccupazione
di vivere insieme in una gioiosa unificazione di amore e di ostinata fiducia
trova accenti di desiderio per cui eleva palpitanti preghiere dal dolce
sussurro che coinvolgono la sfera spirituale e reale in un profumo d’eterno.
Emerge una sequela di suppliche ricche di motivi tramite vivide immagini. Dio,
una presenza che domina e si esprime totalmente nel mondo, si respira nella
dimensione cosmica e nella necessità dell’uomo di possederlo nella sua
inadeguatezza con una lacerante postulazione.
La partecipazione amorosa alle bellezze dell’universo
circoscritto con pochi tocchi presenta quanto di più soave offre la natura così
varia e suggestiva. La semplicità della poesia di Pasquale Marco Fetto è
istantanea illuminazione che si innalza all’improvviso dalla realtà, la
interroga, la osserva e la spiega per limpida e sentita ispirazione.
È come uno specchio fedele, che riflette
innanzitutto se stesso e i suoi giorni, sa ritrovare il gusto del tangibile e
il chiaroscuro degli avvenimenti quotidiani. Questo autobiografismo con le
nitide osservazioni delle varie tappe della vita tiene unito in sé la
complessità dei sentimenti, il loro essere e la mistica dell’Invisibile.
Salvatore Moffa