La guerra del 1943 nel Medio
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di Dante B. Marrocco
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Presentazione
Questa pubblicazione si compone di due parti di
distinto argomento e di differente mentalità.
La prima tratta della guerra nel Medio Volturno
nelle sue operazioni tattiche, ed è la visuale dei militari, del protagonista e
del deuteragonista della tragedia, l’esercito americano e quello tedesco.
L’altra ricorda le sofferenze della popolazione.
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La
geostoria ci farà capire il ruolo del Medio Volturno nella guerra. Per questo
ho evitato nella descrizione dei luoghi e dei fatti l’artificiosa
divisione del territorio nelle provincie attuali. Il Medio Volturno è una
regione in cui l’insediamento umano ha caratteri simili, e tale è anche
per le operazioni tattiche. Fu malamente scomposto in tre parti nel 1861, ma è
unico, dalla stretta di Triflisco a quella di Ravindola al ponte dei 25 archi a
monte di Venafro.
Il
territorio del Medio Volturno e del Basso Calore è avvallato fra
l’Appennino (Cesima-Matese-Taburno), il Preappennino (catena del monte
Majuri), e l’Antiappennino (colli tifatini). Per la sua apertura ai
valichi fra Campania e Abruzzo, e fra Terra di Lavoro e Puglia settentrionale,
per essere il migliore itinerario Roma-Bari, e per la sua giacitura aggirante
alle spalle la pianura campana coi suoi grossi centri, ha avuto nella storia
militare la funzione a volte di affrettare, a volte di ritardare le operazioni
di guerra che si svolgevano nel Basso Volturno, sulla direttiva di marcia
Roma-Napoli. Per questa collocazione aggirante parte del retroterra
dell’antica capitale Napoli, e per i suoi valichi, è stato percorso varie
volte da eserciti in lotta: nella direzione da Nord-Ovest a Sud-Est (tale è
l’orientamento di gran parte della vallata) quando si mirava ad aggirare
il Sannio Pentro o a conquistare Napoli e il suo reame, come avvenne nel 325 e nel
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La
seconda parte, la cronaca dei paesi, è l’altro elemento della narrazione.
Esso però non vale come azione di un tritagonista, e neanche di un «coro», il
quale partecipava alla tragedia, ma sta ad indicare la presenza di un
personaggio collettivo, il quale subisce soltanto l’azione violenta dei
due antagonisti. Alla lotta fra questi fa dunque da sfondo doloroso un popolo
che è colpito dai due, che trepida, che deve fuggire, che muore sotto i
bombardamenti, irretito negli inevitabili egoismi del momento e capace anche di
bontà.
Vista
così, la tragedia di tre mesi di guerra nel Medio Volturno è cronaca che
esclude ogni idealizzazione (che non è reale, ma traveste e illude), e ogni
valutazione (che premette ai fatti il pregiudizio ideologico e falsifica),
esclude la polemica sulle responsabilità politiche, e, come la tragedia esclude
la farsa, non può ricordare quanto avvenne negli stessi posti dopo la
«liberazione» alleata. Di questa accetta che fu liberazione del nostro popolo
dall’incubo pauroso della morte durante i combattimenti, e durante i
giorni del terrore che le retroguardie tedesche incutevano.
E
poiché è cronaca e non fantasia né recita teatrale, ne viene che la notizia
locale, la visione campanilistica e personale dei fatti fanno sentire in questa
narrazione anche la voce degli umili, di quelli che si trovarono coinvolti nel
dramma senza averlo voluto, e neanche pensato, e che riuscivano a vederlo solo
per quel che ne soffrivano personalmente, e solo nel momento in cui la valanga
cadeva loro addosso: un dramma ingenuamente egocentrico e localizzato, ma pur
sempre penoso.
In
nota ho ricordato le Vittime civili e i Caduti, quelli che morirono sul posto,
e quelli del posto che morirono lontano. Non è stata solo necessità di rendere
completa la ricerca storica, ma anche, a largo raggio, come un rito evocatorio
di chi perdette la vita sulla propria terra indifesa o lontano da essa, e dopo
trent’anni è già nell’oblio, poiché «è bello, dopo il morir vivere
ancora».
Nel
’43, dopo lo sbarco di Salerno, e fino ai combattimenti di Cassino, non
sono state combattute grandi battaglie. Scopo del libro non è di gonfiare fatti
di modesta portata in quel colossale urto di popoli, ma semplicemente di
ricordare, quali che siano, i particolari di un momento storico della mia
terra, quella fecondata dal Volturno e protetta dal Matese.
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Per
un lavoro storico, anche se di modesto rilievo come questo, è stata necessaria
un’attenta ricerca bibliografica e documentaria. Essa ha avuto riguardo
alla duplice composizione del libro: storia militare e cronaca locale. Nella
prima, la ricerca si sdoppia ancora nell’indagine relativa ai due campi
in lotta, ai testi ufficiali, ai documenti degli archivi e alle opere degli
scrittori. Nell’altra parte si suddivide nel ritrovamento di elementi
locali in opere generali, e soprattutto di notizie e conversazioni sul posto.
Le
principali opera anglo-americane consultate sono state: M.W. Clark: Calculated
risk (New York 1950; originale inglese e traduzione italiana); M.
Blumenson: Attraverso il volturno, in Storia della seconda guerra
mondiale di Rizzoli-Purnell, IV); Idem: Salerno to Cassino (Washington
1969); U. Lee: The employment of Negro troops (1966); E. Linklater: The
campaign in Italy (London 1951); G. A. Shepperd: Italian Campaign
1943-45 (Washington 1947); D. G. Taggart: History of Third Infantry
Division in World War II; C. G. Starr: From Salerno to the Alps. History of the Fifth Army 1943-45 (
Alle opere anglo-americane seguono quelle
francesi: Carpentier: Les forces alliées en Italie (Paris 1950); R.
Chambe: Les forces françaises en Italie (Paris 1952) ;
C.E.F. : Victoire en Italie ; Institut Charles De
Gaulle : Chronologie de la vie du Général de Gaulle.
Seguono
le opere tedesche : R. Böhmler: La ritirata verso Cassino, in
Storia della II guerra mondiale di Rizzoli, Purnell (Milano 1966), IV; A
Kesserling: Memorie; Idem: Soldat jusq’au dernier jour
(traduzione italiana); F. Von Senger und Etterlin: Combattere senza paura e
senza speranza, traduzione Cuzzelli (Milano 1968); H. Von Vietinghoff: Die
Kampfe der 10. Armée in Sud un Mittelitalien unter besenderer
Berüks sichtigung der Schlachten bei Salerno am Volturno, Garigliano am Sangro
und um Cassino (Neustadt 1947), dattiloscritto non pubblicato nel
Militarforschumsamt di Freiburg i. Br.; G. Dieckoff: 3. Infanterie-Division, 3.
Panzergrenadier Division (1939-1945), Gottingen 1960. Le due opere sono state consultate
nella traduzione delle proff. Gisa De Crescenzo e Maria Rosaria Fevola e della
signora Traude Schlipfinger.
Le
principali opere italiane consultate sono: Stato Maggiore dell’esercito
– Ufficio storico: Cronologia della II guerra mondiale (Roma
1948); Idem: Il I Raggruppamento motorizzato italiano 1943-45 (Roma
1949); M. Puddu: Guerra in Italia 1943-45; Idem: Tra due invasioni
(Bologna 1952); A. Ricchezza: Qui si parla di voi (Bergamo 1946); D.
Salsilli: L’esercito italiano nella guerra di liberazione, in Storia
della II guerra mondiale di Rizzoli, Purnell, V; Il Risorgimento, quotidiano
fondato in Napoli i 4 Ottobre 1943.
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Sono
state di fruttuosa consultazione per i fatti locali le pubblicazioni di:
Anonimo: Diario delle giornate di deportazione (riguarda i deportati di
San Salvatore Telesino a Piedimonte nel 1943); Comune di Pratella (a cura di
Gaetano Renzo): Pratella ricorda ed onora i suoi figli caduti per la Patria
(1960); Gen. Ettore De Blasio: L’occupazione alleata
nell’Ottobre ’43, capitolo nella pubblicazione di Abele de
Blasio: Guardia Sanframondi (Napoli 1961); Luigi Cimino: La nostra
terra, Valle Agricola; Di Bona-Mancini-Giannini: Filignano nel vortice (Napoli
1947); Michele Cerbo: In volo su Frasso Telesino (1949); E.R.I.C.A.S.: Il
cassinate, ricostruzione a cura dell’… (notizie su Venafro,
Filignano, Pozzilli); Arnaldo De Vico: Storia di un Ottobre caldo (di
prossima pubblicazione e riguarda Faicchio); Mario Guerra pseudonimo di
Gregorio Mormile: Dal mondo dell’anima (Piedimonte 1964), quattro
capitoli riguardano Caiazzo e dintorni; Salvatore Piscitelli: Sul Volturno
durante la ritirata tedesca (Napoli 1950), riguarda Amorosi e dintorni; Mario Venditti: L’organo suona
a S. Mauro (Napoli 1946), riguarda Solopaca e dintorni; Nicola Vigliotti: San
Lorenzello e l’alta valle del Titerno (Napoli 1968); Alfredo Zazo: L’occupazione
tedesca della provincia di Benevento (Napoli 1944), riguarda i comuni dei
mandamenti di Caiazzo, Cerreto e Piedimonte.
Aneddoti
e fatti riguardanti il Medio Volturno sono anche in Giovanni Berlettano: Risalendo
l’Italia colle truppe alleate (Bologna 1966); e in Giovanni Bonomi: Nel
turbine della guerra (Cremona 1946).
Interessanti
e vivaci, a volte drammatici, sono i diari non pubblicati del Barone Tommaso
Carizzi, riguardante Cerreto; del prof. Pasquale Cervo, riguardante Caiazzo,
della prof. Scolastica De Crescenzo, Alcazar 1943, riguardante
Piedimonte; del conte Roberto Filangieri di Candida, riguardante San Potito
Sannitico; di Maud Petella, I ricordi di guerra vissuti da Maud Petella,
riguardanti Piedimonte; e di Raffaele Marrocco, Per non dimenticare,
riguardante Piedimonte[1]
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Per
la ricerca archivistica devo segnalare gli archivi dai quali ho avuto documenti
e notizie. In Italia: L’Ufficio storico dello Stato Maggiore
dell’Esercito, e la Biblioteca Militare Centrale al Ministero della
Difesa; Le Federazioni del Nastro azzurro di Benevento, Campobasso e Caserta;
all’Estero: la Segreteria Reale a Cascais in Portogallo; l’Istituto
«Charles de Gaulle» a Parigi; la Bibliothek für Zeitgeschichte di Stuttgart, e
il Militar Geschichtliches Forschumsamt di Freiburg im Brisgau, in Germania;
L’Office of the Chief of Military history – Department of the Army,
a Washington; e la Library of Congress, pure a Washington.
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La
ricerca è stata personale, e non pretende avere valore ufficiale, né sostituire
altri repertori ed elenchi.
Negli
elenchi delle Vittime civili e dei Caduti e Dispersi vi sono, credo, inesattezze
nei nomi, nelle date, e per le località. Io mi sono rivolto alle famiglie, alle
associazioni dei Combattenti e delle Vittime di guerra, e ai Comuni. Facendo
così, ho potuto raccogliere le notizie pubblicate, e il risultato non è stato
sempre lo stesso. Inesattezze ci saranno, ad esempio, negli elenchi di Venafro,
dove le mie richieste di precisazione non hanno avuto risposta dal sindaco e
dall’archivista del Comune. Ben differente è stato il premuroso
comportamento di tanti sindaci, segretari e impiegati dei comuni del Medio
Volturno; di autorità, di enti, di studiosi e di amici. È questione di
sensibilità a certe attività, e qui ringrazio chi ha favorito le ricerche fatte
per ricordare chi perdette la vita durante la guerra[2].
A
sanare le inesattezze, prego chi le nota, di scrivermi, additandole.
Riconosciute vere, in una ristampa del libro saranno corrette, e tanto vale per
le involontarie omissioni. Lo stesso invito rivolgo a chi ha particolari da
aggiungere alle notizie pubblicate..
Dante
Bruno Marrocco
Piedimonte
Matese (CE) – Via Sorgente, 4
La guerra del 1943 nel Medio
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[1] Dopo averlo letto, Benedetto Croce gli scriveva da Roma, l’8 Giugno ’45: «…Queste relazioni dovrebbero essere in gran numero, ciascuna di esse concorrerebbe a comprovare ed esemplificare l’atroce evento dei nostri tempi, il ritorno in età che si stimava civilissima, dell’animo e delle gesta della più immane barbarie…».
[2] Fra i tanti ringrazio il Prefetto di Iserni, dott. Bevilacqua, l’Addetto militare dell’Ambasciata tedesca a Roma, col. Von Rheinbaden; mr F. L. Whited dell’Ufficio dell’Addetto militare dell’Ambasciata U.S.A. a Roma; il consigliere culturale dell’Ambasciata francese presso la S. Sede p. Ollivier de la Brosse; il Vicedirettore del Deutsches Historisches Institut di Roma, dott. W. Hagemann; il console generale tedesco a Napoli, dott Kick; l’Istituto Geografico Militare di Firenze – e specialmente il cap. E. Mezzullo – per l’autorizzazione alla riproduzione delle carte, esentata dal pagamento dei diritti di autore (n. 591 del 17 Novembre ’72); il colonnello L. Ascione Direttore della Biblioteca Militare Centrale di Roma; e l’U.S.I.S. di Napoli.
Ringrazio i signori sindaci per quanto mi hanno comunicato, specialmente: il preside A. Amato di Alife, prof. G. G. Catarcio di Castello Matese, direttore Vittorio Landino di Gioia Sannitica, Vittorio di Costanzo di Alvignano, prof. Pasquale Fabrizio di Dragoni, prof. Celestino Mancini di Filignano, Gioacchino de Angelis di San Lupo, M. Fattore di Raviscanina, e i signori prof. Sebastiano Cunti per le notizie su Statigliano, parroco prof. Agostino per Baia e Latina, parroco Tommaso Scorpio e sig. Vittorio Lombaro per Pietravairano, i segretari comunali C. Marenna per San Lorenzello, Raffaele Juvaro per Ailano, Ciro Imperatore per Caiazzo, e Carmelo Lo Bello per San Gregorio Matese; la signora Teresa di Muccio per San Potito, e la signorina Agata di Cerbo per Dugenta; il cancelliere Vincenzo D’Orsi per Capriati, l’ing. Gabriele Martone per Sant’Angelo, il funzionario del banco di Napoli Giovanni di Matteo per Venafro, i proff. N. Mancini e M. Tomassetti per Raviscanina, il canonico F. Daniele e il prof. R. Cantelmo per Vairano, il parroco M. Forgione di Presenzano, il parroco Giaquinto per Telese, il canonico T. Iannotti per S. Lorenzo Maggiore, Pasquale Aurecchia per Valle Agricola, Armando Lauro per Prata Sannita, Luigi di Palma per San Salvatore Telesino, Erminio Lonardo per Castelvenere, Antonio Cambio per Fontegreca, e l’avvocato V. Di Matteo.
Per le fotografie devo ringraziare l’aerospace audio-visual service di Arlington U.S.A., l’Imperial War Museum di Londra, i National Archives and Records Services di Washington, e gli amici Mario Capobianco, il dott. Rosario di Lello, prof. Bruno di Lello, e gli altri, e ringrazio l’amico Salvatore della Paolera, per l’insostituibile aiuto che mi ha dato nelle ricerche sui Comuni.