La guerra del 1943 nel Medio
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La guerra nel Medio Volturno
nel 1943
Parte prima -
Capitolo II
Le operazioni di
guerra
■
Gli Alleati presso il
Volturno
Gli
Alleati erano giunti ormai presso il Volturno. Il loro schieramento per
esigenze tattiche dell’ambiente, fu diviso in due settori.
1. Basso Volturno
(terreno pianeggiante dalla foce a Capua)
2. Medio Volturno
(terreno montuoso, dai Tifata al Taburno-Matese)
La
45° da Benevento doveva aggirare il Taburno, e raggiungere il fronte di guerra
nel Basso Calore.
La
sproporzione fra i due settori del fronte è segno che si dava più importanza
alla direttiva di marcia in pianura che non a quella in montagna. Forse era
stato previsto sulla prima l’urto frontale per un’avanzata più
diretta e rapida verso Roma, e sull’altra sola azione di freno al nemico
o al massimo, di aggiramento.
Il
15 Settembre, il generale Alexander, a capo del 15° Gruppo di Armata, ordinò
alla Quinta Armata di attraversare il Volturno, e di respingere il nemico un
trenta miglia indietro, su una linea che andava dalle montagne di Sessa
Aurunca, attraverso Venafro,fino ad Isernia, punto di congiungimento previsto
con l’Ottava Armata.
Nella
V Armata, le tre divisioni inglesi apparivano “seasoned”,
stagionate, incallite, e le tre americane “finest, battlested”,
eccellenti e di provata combattività.
Alcune
velleità erano subito cadute. S’era parlato di aviosbarchi alle spalle di
Napoli, verso Triflisco, Capua e Cancello, ma non furono attuati[1].
Il
generale Clark aveva ordinato a Mac Creery di attraversare il fiume col X Corpo
d’Armata senza attendere il VI Corpo d’Armata[2].
Sulla
sproporzione numerica, assai forte a vantaggio degli Alleati, ci torneremo su
altre volte. A vantaggio dei Tedeschi era il fatto che dovevano solo ritardare
l’avanzata nemica su terreno fortificato da loro stessi.
Esaminando
il terreno su cui doveva operare la Quinta Armata, lo vediamo pianeggiante per
un 15-
Sappiamo
invece che il fronte affidato al VI Corpo d’Armata lungo fino a 30-
Né
si deve dimenticare che è estremamente variabile, poiché, prima che i lavori
della S.M.E. ne facessero defluire le acque in galleria, al Garigliano nel
1954, passava da un minimo di
Alla
3° Divisione, quella del generale Truscott, il generale Lucas assegnò tutto il
fronte da Triflisco fino alla confluenza col Calore, a contatto, a sinistra,
con gli Inglesi[5].
Ma
il 2 Ottobre, quando Truscott ricevette l’ordine, la 3° Divisione, stava
ad Avellino, ben lontana dal fiume e in mezzo all’Appennino, ma si avviò
immediatamente.
Di
essa, il 15° Fanteria, comandato dal colonnello Eagles, avanzò sulla Nazionale 7
bis fino alla pianura campana e, da qual momento, abbordando le montagne,
si attestò nel Casertano,e il suo 1° Battaglione passò per primo ad Ovest della
città, a lato del palazzo reale (nelle cui 1.200 stanze alloggiò la 3°
Divisione). Si spinse nei giardini reali fino alla collina, e il 6 Ottobre
occupò monte Tifata sovrastante da Sud alla stretta di Triflisco. Sempre il 1°
Battaglione, il 7, raggiunse, combattendo, monte Castellone (m 405). La vallata
del Volturno era dinanzi ai soldati americani.
Sul
fianco destro, il 30° Fanteria pensava a to clear, a ripulire dai
Tedeschi il settore della vallata dove sorgono Limatola, Dugenta e Melizzano,
un terreno appoderato che non offriva vie coperte di avvicinamento al fiume,
come invece era sulla sponda Nord, sulle colline da Cesarano a Squille, a
Castelcampagnano, superficialmente coperte di ulivi e di boschi, e che scendono
quasi a picco sul fiume. I Tedeschi sulla sponda destra, con colline dietro,
erano in migliore posizione.
Insomma,
dopo due giorni di accaniti combattimenti, il 30° Fanteria aveva respinto oltre
il fiume l’ultima retroguardia tedesca.
***
Una
pausa era necessaria. Le piogge dei primi giorni di Ottobre avevano gonfiato il
fiume.
Ponti
importanti erano stati messi fuori uso dall’aviazione alleata in
Settembre, per impedire i rifornimenti ai Tedeschi che allora si trovavano a
Sud di essi. Ora veniva completata la distruzione da questi. Si attendeva che i
genieri approntassero l’equipaggiamento per ricostruirli.
Dunque
il 7 Ottobre, le tre Divisioni inglesi e la 3° americana presidiavano la riva
sinistra del fiume. Il generale Clark emanò gli ordini di attacco.
Nella
notte del 9-10, la 3° Divisione doveva operare di forza l’attraversamento
del fiume presso la stretta di Triflisco, e spingersi sulla linea di vette che
si dirigono verso Teano, la linea destra, Gerusalemme (m 292), Grande (367),
Pozzilli (535), la Costa (676), e quella a sinistra dei Tùtuli (m 223), e del
Calvénto (328), dopo l’interruzione. Il X Corpo d’Armata era
all’attacco la notte dell’8-9.
Il
generale Truscott mettendo in esecuzione il piano per quel che lo riguardava,
constatò che in effetti, il fronte su cui doveva operare era lungo
Lucas
ne convenne, e ordinò alla 34 Divisione, che era in riserva, di occupare il
settore tenuto dal 30° Fanteria, sul fianco destro della 3° Divisione, e di
prepararsi ad un assalto combinato con questa[6]..
Ne
veniva che la 45° Divisione, avanzando nel Basso Calore avrebbe minacciato il
fianco sinistro dei Tedeschi, i quali dovevano pensare a resistere alla 34°.
Dall’8 Ottobre il piano generale di attacco era dunque fissato.
Ma
la 34° Divisione era a Benevento. Il suo 135° Reggimento aveva occupato la
città, dopo di che il suo comandante Ryder aveva avuto ordine di accamparsi
presso Montesarchio, un
Alle
15,10 dell’8 Ottobre, il veloce 30° Fanteria stava in una valle ad Est di
Caserta. Impossibile ogni movimento. L’artiglieria tedesca tirava, ed
aveva inflitto gravi perdite. Al 30° fu mandato in aiuto il 135° Fanteria.
Per
questi ritardi della 34° Divisione, per la pioggia e il fango, il generale
Clark dovette concedere altri tre giorni di tempo, e rimandare l’attacco
alla notte del 12-13 Ottobre.
***
Portati
gli aiuti al 30° Fanteria, il generale Truscott, nel pomeriggio dell’8
Ottobre, riunì i tre colonnelli della Divisione, Sherman, Eagles e Rogers, e
disegnò il piano di attacco.
Le
colline, e fra esse specialmente Gerusalemme, erano il punto critico da
affrontare per stabilire la testa di ponte.
Non
solo il passaggio fra i due ciglioni a picco sul fiume a Triflisco, ma la
stessa valle fra le colline di Gerusalemme a Nord e di Sant’Angelo in
Formis a Sud, è così stretta che le truppe del 1° Battaglione del 15 Fanteria,
scambiavano colpi di armi portatili coi Tedeschi appostati sull’altra
sponda, nascosti tra cave di pietre e in uliveti. Finché i Tedeschi restavano
su Gerusalemme «’ncoppa ‘o Salemme», avrebbero tenuto sotto
controllo il punto più adatto per tentare il passaggio.
La
strada 87 che circuisce monte Tifata, dopo che, a monte del ponte di Annibale
si divide in due rami sulle due rive, era il terreno migliore dove costruire un
ponte per vicoli pesanti.
Certo
la collina di Triflisco, più incombente sulla zona, era più importante, ma ad
essa tenevano dietro tre colline, monte Maiùlo (m 499), monte Caruso (m 506), e
monte Verna (m 560), oggi più noto come monte S. Croce, delle quali la più
vicina a Triflisco è monte Maiùlo. Tutte sovrastano la valle, proprio lungo
l’asse di avanzata della 3° Divisione.
Si
devono aggiungere a due passi a Nord del fiume, due piccole colline, Monticello
(m 141), e Mesurìnola (m 246), un perfetto cono. L’una e l’altra,
militarmente parlando, sono avamposti assai utili per chi occupa la linea
Maiùlo-Caruso-S. Croce.
È
un ambiente che o si sfonda subito con rapido attacco, o capace, se difeso bene, di fermare un
esercito.
Il
comandante la 3° Divisione progettò allora un piano astuto.
Si
doveva fingere un attacco sul fianco sinistro a Triflisco, e compiere lo sforzo
principale di attraversamento al centro, fra Baronia e Fasanarìa-Carunchio
(Fagianeria). Ma come? Ecco.
Il
1° Battaglione del 15° Fanteria e le compagnie del 30° Fanteria dotate di armi
pesanti, dovevano concentrare tutta la loro potenza di fuoco sui Tedeschi,
proprio nella stretta di Triflisco. Inizio della dimostrazione: la mezzanotte
del 12 Ottobre, due ore prima dell’assalto al centro. Continuare così
tutta la notte.
Se
i Tedeschi, sotto un fuoco infernale, avessero dato segno di ritirarsi, il 2
Battaglione del 30° Fanteria avrebbe attraversato il fiume. A nascondere ogni
movimento dei suoi uomini dall’osservatorio collinare di Gerusalemme,
sarebbero state sprigionate nuvole di fumo.
Se
i Tedeschi, a fronteggiare il prevedibile attacco, si fossero concentrati sulla
loro destra a Triflisco, il 7° Fanteria, al centro, avrebbe tentato, alle 2, il
grosso colpo: varcare il fiume, attraversare la valle, attaccare monte Maiùlo
come primo obiettivo.
La
compagnia A del 751 Battaglione Carristi e la compagnia C del 601 Battaglione
Anticarro, Tank Destroyer, dovevano attraversare il fiume appena
cominciava ad albeggiare, per appoggiare l’attacco del 7 Fanteria. Gli
uomini avevano avuto equipaggiamento impermeabile per immergersi nel Volturno.
Intanto
sul fianco destro, il 15° Fanteria (meno il °1 Battaglione), comandato da
Eagles, sulle pendici di monte Castellone, e fin verso Caràmboli, avrebbe
tentato a sua volta il varco, tendendo come primo obiettivo alla conquista
delle posizioni tedesche su Monticello e Mesurìnola.
Una
volta prese queste collinette, il reggimento si sarebbe gettato su Piana di
Caiazzo, per salire sul territorio alto di Caiazzo e S. Croce. E questo sia per
proteggere il fianco destro del 7° Fanteria, sia per avanzare verso Nord. La
riuscita stava nella sorpresa, tenendo celata la vera forza e il punto vero
dell’attacco. “È la prima
vera battaglia” aveva detto Truscott, “Bisogna tendere
all’obiettivo, e non lasciar fermare il vinto”.
In
attesa della notte del 12-13 Ottobre, gli Americani studiarono il terreno delle
operazioni. Con l’aiuto di fotografie prese da aerei, furono individuate
molte postazioni tedesche, e i posti dove lanciare le passerelle, la profondità
dell’acqua, i punti migliori per guadare. E intanto le pattuglie dei due
eserciti perlustravano.
Al
centro dello schieramento il Volturno ha creato un’ansa, una lingua di
terra a forma di uncino, hairpin chaved loop. L’acqua intorno non
vi passa l’altezza del petto, ma la corrente è forte, ed era assai
difficile fenderla per tirare una fune, un canapo attraverso il fiume.
Dato
che il Volturno, per la lingua di terra diretta a Nord-Ovest, fa curva a
sinistra, ne viene che la riva sinistra, dove s’accumula limo, scende in
lieve pendenza, e quella destra, a Nord, dove l’acqua mangia la terra,
scende diritta anche fino a tre metri, ed ha sul suo bordo alberi e frasche.
Una
pattuglia, mandata dal 2° Battaglione del 7° Fanteria, uscì nella notte
dell’11-12 Ottobre. Doveva sondare i punti per attraversare. Avanzava sul
lato Sud della penisoletta. Nell’oscurità e nel silenzio, mentre gli
Americani stavano dentro l’acqua, i Tedeschi aprirono il fuoco. Si
scatenò una sparatoria reciproca, e la pattuglia che aveva perduto un uomo, si
accertò che quello era un punto buono per il guado. E anche la pista che porta
fino all’estremità della penisola era buona per portare zattere e
battelli. I punti migliori per il guado erano tre… Ognuno dovrà
riconoscere il coraggio di questi audaci.
Questi
fatti avvenivano tutte le notti. Ecco alcuni rapporti delle pattuglie:
“Pattuglia
avanzata n. 261823; buon attraversamento, profondo fino alla cintola, largo 75
yarde”.
“Pattuglia
attraversata n. 259829, profondità
“Pattuglia
attraversata n. 255817, profondo
Il
rapporto del 15° Fanteria diceva: “Pattuglia ha attraversato sul debris
(= avanzi, rovine) del ponte a n.
A
sua volta il 30° Fanteria riferiva: “Pattuglia di guardia è andata sotto
via infossata (una «cupa») a n.
Al
Quartier generale della 3° Divisione si confrontano le informazioni delle
pattuglie con le fotografie scattate dall’aereo, con altre notizie, con
osservazioni fatte da terreno elevato, avute da prigionieri tedeschi, da
abitanti del luogo, da evasi da campi di prigionia… Che se ne ricavava?
Che si sarebbero incontrati campi minati, che la riva Nord era alta, ripida e
fangosa, guarnita di alberi e di “motte”, cespugli, che
l’acqua arrivava alla cintola e al petto, che i Tedeschi erano armati di
fucili e pistole automatiche, e avevano piazzato “nidi” di
mitragliatrici lungo tutto il fiume.
Nell’area
di adunata, i fanti americani si preparavano. Si rendevano necessarie le funi
da guida lle file di soldati, e ce n’erano sui 5.000 cavi come quelli di
mare. Sulle 1.000 giacche impermeabili erano state trovate in un deposito
italiano sul posto. Canotti di gomma erano stati prestati dalla Marina. I
genieri provavano battelli e galleggianti pneumatici di gomma. Furono
improvvisate zattere coperte di tela per trasportare armi pesanti, e si
discuteva dove sistemare i ponti per trainarvi veicoli e munizioni. Un quadro
di valor! Tutta l’enorme macchina che la tecnica più progredita offriva
all’ardimento. Sull’altra riva, armi perfette ma più limitate nella
quantità, in mano a uomini disciplinati e intrepidi.
***
Passiamo
ora ad Est.
L’ordine
di occupare il settore da Limatola al Torello di Melizzano era stato eseguito
dalla 34° Divisione, ed entro il 10 Ottobre veniva elaborato anche il piano di
attacco.
Di
fronte, al di là del fiume corrono basse colline fra Cesarano di Caiazzo e San
Domenico di Raiano (dal 1862 Ruviano), territorio degradato del Preappennino,
che sale fino a Monte Majuri (italianizzato in Maggiore, m 1037). Il Volturno
le circonda col suo fossato.
È
chiaro che se i Tedeschi, intelligentemente fortificatisi su di esse, non dovevano
avanzare ma solo fermare l’avversario, e al contrario, se gli Americani,
dalla bassa pianura circondante da tre lati questo territorio, dovevano varcare
il fiume e valicare le piccole, insidiose valli e le esposte alture, ogni
vantaggio tattico era per i Tedeschi.
L’11
Ottobre, il generale Ryder emanò l’ordine di attacco. Egli divise il
fronte, lungo
Ogni
reggimento ebbe il suo settore. Il 168° ebbe come primo obiettivo
l’occupazione di San Giovanni e Paolo, una frazione di Caiazzo. Poi,
attraverso Caiazzo, si doveva mettere a contatto con la 3° Divisione.
Pattuglie
audaci, anzi eroiche, in due nottate avevano riconosciuto i punti di
attraversamento del fiume. E fra le tante, ricordiamo che una pattuglia di 2
ufficiali e 7 soldati, nella notte del 10-11 ottobre (era del 2° Battaglione),
andò in perlustrazione ad Ovest di Limatola. Tre uomini si legarono insieme, e
scesero silenziosamente nell’acqua. Appena varcarono, quattro
mitragliatrici tedesche cominciarono a sputar fuoco. Pareva che fuoco e voci di
Tedeschi venissero come da un secondo piano di una casa (era la riva alta). La
pattuglia riferì che il posto era adatto per il transito, ma ben vigilato. La
notte seguente, una pattuglia con ufficiali del genio, raggiunse il fiume 600
yarde sotto corrente dal precedente guado. Individuarono un posto dove usare
battelli per il trasbordo della fanteria. Ed ecco l’ordine: il 1° Battaglione
meno una compagnia, avrebbe attraversato lì, e la compagnia al guado. Ed anche
il secondo battaglione aveva trovato un buon guado, a Nord
dell’Annunziata di Limatola, buono per un ponte. Per cui, avendo tutto
previsto, il 12 Ottobre passò fra gli allenamenti di tutti sui canotti da usare
per l’assalto (allenamento a terra).
Fango,
sabbia nei fondali, ripidezza della riva… ma fu trovata una vecchia diga
su cui potevano passare i veicoli pesanti. Per aiutarsi a capir qualcosa
nell’oscurità, e per non mischiarsi e sperdersi, una striscia bianca d
stoffa fu messa sotto il centro degli zaini. Il colonnello Ward comandante il
135 Fanteria, ordinò che il 1° Battaglione e la compagnia E si mettessero alla
testa: primo obiettivo era il villaggio di Squille. Occupato questo, il 2°
Battaglione avrebbe sorpassato il 1° nell’avanzata.
Tutto
era pronto. L’aver ritardato l’attacco alla notte del 12, rese
possibile l’attacco generale su un fronte di
Nella
pianura, il X Corpo d’Armata Inglese si stava concentrando per
l’attacco a Capua, ma il progetto fu abbandonato per le difficoltà che lì
offriva il traghetto. Si pensò allora di farlo a Castelvolturno, e cioè alla
foce, dov’era possibile uno sbarco anfibio. Comunque, sui punti di
attacco a Capua, Grazzanise e Cancello furono concentrati carri armati LCT, Landing
Craft Tanks per la battaglia imminente.
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[1] Puddu, o. c., 201.
[2] Blumenson, o. c.,282.
[3] In qualche testo militare si nota l’errore di chi considera Medio Volturno il territorio fra Triflisco e la confluenza col Calore, e chiama Alto Volturno tutto il corso fino alle sorgenti. La verità è che il Medio Volturno inizia alla stretta di Triflisco, e si prolunga fino all’altra stretta a Nord, fra Ravindola e monte Gallo, proprio presso il ponte dei 25 archi. Altro errore sta nel dire “Media valle del Volturno” in quanto non esiste la “Bassa valle”, ma il Basso Volturno, in aperta pianura. Perciò il modo più esatto e semplice sta nel dire “Basso Volturno” fino a Triflisco, “Medio Volturno” fino ai 25 archi sotto Rocca Ravindola, e “Alto Volturno” fino a tutto l’ampio impluvio che fa centro alle sorgenti.
[4] Blumenson, o. c., 282.
[5] Sarà bene conoscere la complessa
formazione della 3° Divisione: Headquarters Special Troops (Headquarters Company;
703d Ordnance Light Maintenance Company; 3d Quartermaster
Company; 3d Signal Company ; Military Police Platoon) ; 3d
Infantry Division Band ; 3d Cavalry Reconnaissance Troop,
Mechanized ; 10th Engineer Battalion; 3d Division
Artillery, Headquarters and Headquarters Battery; 9th Field
Artillery Battalion (
[6] Shepperd, o. c. pone in rilievo che la 34° Divisione avrebbe avuto l’appoggio della 45°.
[7] History of 3dInfantry Division, 88-89.