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I Casali di Dragoni

 

(sintesi tratta da Mario Fabrizio, Dragoni, vol. I, “Il territorio”, 1985, pp. 34-50)

 

 

 

Come ho innanzi accennato, il paese non è concentrato in un sol punto, ma è composto da ben sette frazioni.

La prima di esse, per chi viene da Alvignano è San Marco.

Questa frazione non è molto popolata anche a causa della insalubrità del clima. Oggi come oggi, essa è divisa in due parti ben distinte: San Marco vecchia e San Marco nuova, detta anche rione svizzero. Questa denominazione, non ufficiale ma esistente nel linguaggio comune, deriva dal fatto che la maggior parte delle costruzioni ivi esistenti sono state edificate, negli ultimi tempi, soprattutto da emigrati in Svizzera.

San Marco è limitata ad est dal comune di Alvignano, dal quale è divisa dal rio delle Fontanelle, mentre ad ovest confina con la frazione degli Aschettini.

Il casale è uno dei più piccoli, ma non dei meno importanti. L’origine del suo nome è avvolta nel mistero. L’unico storico che si sia direttamente interessato della storia di Dragoni, il canonico Jadone, ritiene che non è potuto derivare da Aschettino o Ascletillo, cavaliere normanno cognato di Rainulfo Drengot primo conte di Aversa, in quanto i Normanni in questi luoghi nulla possedevano. Né tampoco, sempre secondo il medesimo Jadone, il nome poté derivare da Aschittino, Cancelliere di Gugliemo figlio di Re Ruggiero. Secondo il nostro conterraneo il nome sarebbe derivato da una famiglia di Caiazzo qui trapiantata.

Dopo Aschettini, al quale è quasi unito, viene il Chiaio.

Questo casale sorge alle pendici del Castello ed è l’unico che si trova in sito alquanto elevato. Nel suo tenimento si trova costruita la nuova stazione ferroviaria che è sulla stessa direttiva della precedente, ma molto più vicina al paese.

La vecchia borgata si trova tutta arroccata lungo la via Castagnola e la via Calvario, è ricca di aria salubre e di sole, specie al mattino, guarda la vallata ed assume il caratteristico aspetto di un presepe.

Il casale trae la sua origine, oltre che il nome, dal Castello.

Sul lato sude del colle, infatti, circondato da mura sannitiche, si trova un vecchio borgo, ormai diruto ed abbandonato, detto nelle antiche carte, pagus, poi diventato piaggio, in seguito piaio ed, infine Chiaio.

Dal Chiaio, internamente, attraverso la via Quarti, si giunge a San Giorgio.

Questo casale sorge anch’esso alle pendici del Castello, ma sul versante occidentale, ed ai piedi della piccola collina detta Cesarano.

Qualche autore, ragionando un po’ sui toponimi, ha voluto accostare il nome di San Giorgio a quello di Dragoni, giustificando ivi la venerazione del Santo cavaliere chiamato a proteggere la popolazione dai draghi, donde il nome al paese.

Il canonico Jadone, come al solito, ci informa che il nome di San Giorgio deriva da una cappella beneficiaria ivi esistente, che il casale è molto antico.

In luogo molto basso, un tempo indubbiamente paludoso dopo San Giorgio viene Pantano.

Il nome certamente deriva dalla sua posizione altimetrica. Esso anticamente si trovava più a nord-ovest, nei pressi dell’attuale masseria Carlone.

Gli abitanti di Sant’Andrea, a causa dell’aria bassa e malsana, salirono in luogo più elevato e fabbricarono un villaggio con il nome di Corte Marina e, nel XIV secolo, l’attuale casale.

La frazione può essere considerata il centro commerciale del paese.

Infine, nel piano, vi è Trivolischi.

Questo villaggio sorge ai piedi del monte Trivolesca, dal quale, come noto, si cava il bel marmo colorato e da cui certamente prende il nome.

Esso sorge sull’antica strada che da Trebola, per Saticola menava al ponte sul Volturno in tenimento del comune di Baia-Latina.

Il canonico Jadone ritiene, invece, che Trivolischi abbia mutuato il proprio nome proprio da questa strada, ma non ne spiega il perché ed il come.

Questo casale è forse il più antico di tutti. In esso, anni addietro, vennero rinvenuti dei vecchi sepolcreti che alcuni ritengono etruschi ed altri sanniti.

Con Trivolischi terminano le sei frazioni che si trovano in pianura mentre tra i monti vi è Maiorano.

Il casale ha un aspetto alpino, mollemente adagiato in una vallata sbarrata ad est dal colle Acquaro, monte Corneto e Balsatruda, ad ovest da monte Raito e monte Conca, a nord dal colle Staffaro e da Morritello ed a sud da Monte Santangelo.

Al nome Maiorano è aggiunta la specificazione “di Monte” per distinguerlo dall’altro che si trova nel piano da parte di Formicola.

Il nome, che alcuni vogliono derivato dal significato “mai grano” oppure “mai rano” che starebbe ad indicare il terreno ove non viene coltivato il noto cereale, deriverebbe secondo altri dal nome di una famiglia ancora esistente a Dragoni.

Maiorano di Monte è parte integrante di Dragoni, ma spiritualmente si sente autonoma.

 

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