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I de Franchis a Piedimonte.
Pure da Della Marra sappiamo di Nicolò, vissuto
nella prima metà del ‘300. È lui che si trova possessore di un grosso
terreno a Piedimonte, e che donò al figlio Tommaso. Fra i debiti
dell’università di Piedimonte durante il ‘600, ne risultano tre di
1.600 ducati, che in origine erano un prestito di Tommaso[1].
Da Tommaso venne Bartolomeo, e da questo nacque Nicolò che si trasferì a
Piedimonte.
La proprietà di Nicolò è detta Parazata, e non
corrisponde a nessun toponimo attuale. Non era “feudo” come viene
detta, ma proprietà privata di vasta estensione. Da Nicolò vengono le tre
generazioni piedimontesi dei De Franchis secondo quest’albero genealogico:
Nicolò |
|||
Giulio |
Jacobuccio |
||
Adriano |
Giov. Giacomo |
Ippolito |
Altri |
Vincenzo |
Giulio |
Fulvio |
Ovidio? |
Ricordiamoli brevemente. Giulio fu dottore in Legge.
Jacobuccio fu personalità assai elevata: professore di Diritto civile e
feudale, rettore della cattedra dei feudi all’università di Napoli; nato
a Piedimonte, verso il 1505 si trovava ambasciatore presso Re Ferdinando il
Cattolico; in data imprecisata 8dal 1513) sappiamo di lui ambasciatore
straordinario di Papa Leone X presso Carlo V; nel f. 142r delle Decisiones,
il pronipote Vincenzo dà la data della morte, 27 Agosto 1517; è autore dei Preludia,
pubblicati dopo la prima parte delle Decisiones.
Figli di Giulio furono: Adriano dottore in Legge,
Giov. Giacomo, che nel 1567 stava nel Consiglio dell’università di
Piedimonte[2],
Ippolito, e forse Melchiore, autore di una commedia “il dottore”.
Segue
la terza generazione. Primogenito di Adriano fu Vincenzo il giurista. A lui
seguì Giulio dottore in Legge. A Giulio seguì Fulvio, che nel 1567 troviamo
arciprete di Piedimonte[3],
poi dal Settembre 1581 sappiamo che fu promosso canonico palatino della cattedrale
di Lucera. Forse quartogenito fu Ovidio che troviamo sindaco di Piedimonte nel
Settembre 1581[4].
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[1] Marrocco Raffaele, Memorie storiche (Piedimonte 1926), p. 91.
[2] Marrocco Dante, Atti amministrativi feudali nei secoli XV e XVI in Piedimonte (Capua 1965), p. 29
[3] Marrocco Dante, Il Vescovato alifano nel Medio Volturno (Napoli 1979), p. 78; Id., Atti amministrativi…, p. 46.
[4] Manoscritto originale dell’università di Piedimonte presso l’Associazione storica, fogli non numerati.