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·      Presentazione del libro Il Fiume Lete di Luigi Cimino,

    nel castello medievale di Prata Sannita.

 

 

Sabato 6 agosto 2005, alle ore 18, nel Castello medioevale di Prata Sannita, alla presenza di un pubblico selezionato, il Vice Presidente della Società di Storia Patria di Terra di Lavoro, avv. Alberto Zaza d’Aulisio, con gli onori di casa della n.d. Lucia Maria Daga Scuncio, ha presentato il Libro “Il Fiume Lete” di Luigi Cimino, che è stato definito “una silloge di storia, arte e cultura”, uno studio dotto e sistematico dell’etimologia del nome Lete, del percorso caratteristico con il fenomeno di inabissamento delle acque e con la creazione delle splendide grotte di “Caùto” ancora da aprire alla fruizione di tutti, ma soprattutto una presentazione moderna e simpatica della realtà storico-ambientale dei comuni attraversati dal Lete, che è anche una guida particolarmente accattivante attraverso l’intero territorio alla scoperta di luoghi, monasteri, castelli e centri medievali di notevole valore culturale, senza dimenticare i percorsi tra le forre e le montagne che aiutano lo spirito.

 

Negli ambienti del castello, ove persistono aloni di storia, di lotta, di vita medievale ed ove con l’interessante quadro ambientale aleggia nelle turrite strutture l’impronta di mille anni di storia, l’autore, Luigi Cimino, ha incantato l’uditorio percorrendo il legame tra Sanniti Pentri e Lete, ricordando la presenza dei due siti sanniti di Monte S.Silvestro in tenimento di Valle Agricola e di Monte Cavuto nel comune di Pratella, la forza del popolo pentro, l’unione dei Sanniti contro Roma. Ha percorso poi la storia medioevale e lo stretto rapporto del fiume Lete con i castelli ragguardevoli presenti nei cinque comuni attraversati, asserendo che il Lete, “il fiume della dimenticanza e dell’oblìo” acquista oggi un valore ed un significato attuale, come il fiume che lenisce e fa dimenticare “ la tristezza della vita pesante e dolorosa del quotidiano” per aprire ad una nuova vita, prosperosa e migliore. L’autore ha concluso, presentando il suo ultimo lavoro, con un invito a “non dimenticare” , a valorizzare la memoria dei centri che il Lete attraversa, descritti nel libro nella loro emergenza storica, architettonica, culturale ed ambientale e,quindi, da far uscire presto dall’oblìo di secoli, anche perché meritano di essere conosciuti ed apprezzati. E’ l’impegno che l’autore richiede alle istituzioni regionali, provinciali e locali perché con l’apertura delle Grotte di Caùto si consenta alla zona del Lete di crescere e di presentare in una vetrina dinamica i beni naturali ed architettonici che gelosamente conserva da secoli.

 

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