1.8. –
Biblioteca dell’ASR (Associazione
Storica Regionale)
Quando il 12 Settembre 1915, nella sala consiliare del Consiglio Comunale di Piedimonte Matese (allora d’Alife), fu costituita, di fatto, l’Associazione Storica Regionale fu, ovviamente, anche discusso ed approvato lo Statuto.
In esso si stabiliva, nel sesto
articolo, che “a cura del Consiglio Direttivo” si provvedesse, fra le
altre cose, (lett. b) “all’istituzione di una pubblica biblioteca”.
L’iniziativa, così come è riportato
nel Consiglio Direttivo del 19 Giugno 1916, sortì un lusinghiero risultato
tantoché, per il continuo afflusso di donativi, si verbalizzò di sollecitare la
pratica presso il Comune affinché fossero concessi i locali già promessi
dall’Amministrazione locale.
Si sa che furono destinati i vani
bisognosi di ristrutturazione di “una parte dell’ex Monastero di S.
Salvatore in via Ercole D’Agnese”, ma i lavori necessari per
renderli agibili non furono espletati fino al 1923.
L’associazione funzionò, più o meno
attivamente, fino al 1922 e si poterono raccogliere nella collezione libraria i
462 volumi riportati.
Di essi va detto, anzitutto, che
circa la metà tratta il Mezzogiorno d’Italia, con oltre 60 testi riguardanti in
modo specifico i paesi del Medio Volturno.
Mancano gli incunaboli ma vi sono una
rarissima Cinquecentina stampata in
Alife, qualche edizione del secolo XVI e numerose altre del ‘700 e del secolo
XIX.
Fra gli autori nostrani più prolifici appaiono i proff. Raffaele Marrocco, Raffaele Alfonso Ricciardi, Vincenzo Mazzacane, Giuseppe Cimorelli, Nicola Borrelli, Giuseppe Faraone, Matilde Accolti Egg; e, fuori della Vallata, Pasquale Parente, Alfonso Gallo, Antonio Amato, etc.
Importante è anche la sezione
numismatica arricchita personalmente e spesso con dedica, dai maggiori studiosi
dell’epoca (Memmo Cagiati, Ludovico Laffranchi, Ercole e Francesco Gnecchi,
Arthur Sambon, etc.).
Esaurita l’esperienza associativa, il segretario prof.
Raffaele Marrocco “che aveva raccolto parecchie centinaia di volumi
per la fondazione di una biblioteca Comunale” ne depositò parte (pare
trecento volumi circa) presso la Biblioteca Magistrale “in considerazione
del fatto che il Municipio si disinteressò completamente dell’impianto”.
Quest’ultima Biblioteca, fondata nel
1919, dagli stessi maestri ”senz’altro contributo che le quote personali
“ era allogata nell’edificio scolastico presso il convento domenicano ed andò
dispersa in seguito agli eventi bellici del ’43.
È da supporsi che nel 1927, con la sistemazione
del Museo Civico nel convento di S. Tommaso d’Aquino, quanto restava della
Collezione passasse nella cosiddetta Bibliotheca
Scriptorum Loci predispostavi. Questa, oltre alle pubblicazioni di autori
locali, era dotata pure di un discreto numero di pergamene e manoscritti.