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Pasquale Maturi

AMOROSI: IL MONUMENTO-OSSARIO DI VIA CALORE

(In Annuario ASMV 2003, pp. 193-195)

 

 

 

In una delibera del 14 aprile 1889[1] si parla per la prima volta del monumento-ossario di Via Calore. Nella stessa delibera si sostiene che il progetto con le piante, opera dell’ingegnere Maturi, che era pure il direttore dei lavori, dovette essere modificato dal Consiglio Comunale su richiesta dell’ “appaltatore e suo garante solidale sig. Biagio Di Crosta e Luigi Romano“ perché “i pezzi di pietra occorrenti, non possono trovarsi della grandezza di cui nel progetto”. Però è da una delibera di poco posteriore[2] che possiamo capire che cosa è esattamente il vecchio ossario. Essa così recita: ”Per la redazione del progetto del monumento sul vecchio cimitero L. 29,20”. Trattasi cioè di un ossario costruito nella zona del vecchio cimitero, la quale ancora oggi è denominata “u’ cmmterj”. Al riguardo un riscontro positivo si rinviene in una pianta borbonica del sec. XVII, riportata dal Coletta[3], che al posto dell’ossario riporta appunto il cimitero. Tanto evidenziato non hanno motivo di essere tutte le versioni popolari sull’argomento, in quanto frutto di pura fantasia.

Va tuttavia chiarito che seppellendosi prima del 1606 sotto i pavimenti della chiesa di S. Michele Arcangelo[4], nelle cappelle gentilizie e nella grande cripta sita sotto il transetto, sempre della chiesa di S. Michele Arcangelo, dopo[5], solo molto prima del 1606 si sarebbe potuto seppellire nell’eventuale cimitero di Via Calore[6].

Il 27 settembre 1889 il Consiglio Comunale ritornò a discutere del vecchio ossario[7]. Doveva infatti esaminare ed approvare la relazione dell’ing. Maturi, la quale accanto alle varianti prevedeva anche lo scavo e richiedeva un aumento della spesa iniziale di L. 81 e centesimi 10.

Fatti i lavori, il monumento-ossario fu inaugurato il 24 novembre 1889[8] dalla Rappresentanza Municipale, previo accordo con la locale Società Operaia, che pure contribuì alle spese della festa. Fu infatti “fatta la festa per l’inaugurazione del mercato settimanale, del monumento sul vecchio–ossario, e della bandiera della Società stessa”. In totale la quota sostenuta dal Comune fu di L. 230. Tra l’altro il sindaco del tempo depose una corona e ci furono bandiere, festoni e banda musicale.

A ricordo dell’evento e della costruzione fu posta la seguente epigrafe:

“IN OSSEQUIO AL CULTO
PER LA MEMORIA DEI TRAPASSATI
IL MUNICIPIO DI AMOROSI

1889”

Successivamente in una seduta del Consiglio Comunale del 21 febbraio 1890[9] l’Amministrazione prendeva in esame il resoconto finale presentato dall’ingegnere direttore. L’Amministrazione riteneva giusta la somma di L. 816 e centesimi 63, in considerazione delle modifiche apportate, ma a votazione segreta pure ridimensionava a L. 150 le richieste di maggiori compensi presentate dall’appaltatore.

Il monumento è stato in seguito in uno stato di completo abbandono, finché con la nascita degli studi storici sulle origini del paese[10] e sulle poche testimonianze storiche sopravvissute, intorno al 1982 l’arch. Giovanni Ragone, per interessamento dell’Amministrazione, cominciò ad interessarsi al “malato“ e predispose un progetto di risanamento[11]. Solo successivamente fu approvato un regolare progetto e si passò al ripristino del monumento[12]. Oggi i marmi danno segno di mal sopportare l’usura del tempo. In ossequio comunque all’usanza stabilita negli anni ’80 ci si ricorda ogni anno del monumento con la deposizione di una corona di alloro, nella domenica più prossima al 2 novembre, giorno commemorativo dei defunti. Se poi il tempo lo consente, è ormai tradizione celebrare presso l’ossario una messa di suffragio.

 

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[1] A.C.A.,D.C.C. del 14 aprile 1889, n. II, f. 2.

[2] A.C.A.,D.C.C. del 30 aprile 1889, n. 18, f. 3 (r).

[3] M. Coletta, Il comprensorio storico-urbanistico (La Valle del Volturno),    Padova, Cedam, 1981, pag. 361.

[4] Non sappiamo esattamente da quale anno si cominciò a seppellire sotto i pavimenti della chiesa. Ci riferiamo al 1606 solo perché è la data posta sopra la cappella sotterranea dei Carbone.

[5] Della grande “cavea” posta sotto il transetto della chiesa sappiamo che già nel 1596 esisteva e che il Vescovo in S. Visita vi diceva la messa dei defunti.

[6] Probabile che più che ad un cimitero ci si riferisce ad una fossa per le ossa d’espurgo della chiesa di S. Michele. I libri dei morti superstiti registrano sepolture in chiesa dal 1666.

[7] A.C.A., D.C.C. del 27 settembre 1889, n. 34,  f. 6.

[8] A.C.A., D.C.C. del 12  febbraio 1890.

[9] A.C.A., D.C.C. del 21 febbraio 1890.

[10] P. Maturi, Lineamenti di storia amorosina, 1982 (ciclostilato n. 1).

[11] Di questo primo progetto però non si fece niente a causa della particolare situazione politica.

[12] Essendo sindaco il dottore M. Lepore il monumento con regolare progetto e relativa variante venne restaurato (anni 1986-1987 ). Alla fine del 1987 per la ricorrenza dei defunti venne inaugurato e vi si cominciò a celebrare la messa in suffragio. Nel fare i lavori si capì che il terreno ad est vi era stato rimesso, contenendo manufatti umani e resti di tombe. Anche l’accesso al vecchio ossario era ad est, tanto evidenziando un archetto in muratura poi chiuso.