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   Ailano: storia generale

 

AILANO

 

Sorgerebbe presso l’antica Aebutianum, ma non c’è prova epigrafica. Come terra e castello fortificato, risale ai Normanni, e in varie pergamene il nome è detto Athilanum e Aylanum.

Nel 1325 aveva chiese e chierici con a capo un arciprete, e per le rendite che percepivano pagarono 9 tarì (un tarì al cambio con la moneta italiana del 1861 vale cent. 85). Un primo nome di arciprete Nicolaus Costantinus è del 1383; solo dal 1700 la serie è documentata.

Fra le chiese esistite ed esistenti emerge S. Cassiano, che risale all’VIII secolo, fondata dal funzionario ducale Sarracenus, ricordata da L. Ostiense; S. Croce, fra Ailano e Valle, ricordata da Ostiense, pure dell’VIII secolo, fondata dal prete greco Anastasio, e dal duca Gisulfo II donata a Cingla; i ruderi e soccorpo a S. Crocella[1]. Di S. Maria in Cingla si parla a parte. Cappella del Salvatore nel castello, esisteva nel 1383, e ne era cappellano Guglielmo di Giacomo toscano[2]. S. Antonio, dei Crociferi. Annunziata, fondata nel 1693, di patronato dell’università (alcuni altari patronato dei Maura), rendita di 100 Ducati annui. S. Antonio su via di Letino: rendita di ducati 60 annui, per 33 messe, più una solenne nella festa del titolare. S. Maria (detta pure S. Giuseppe) sulla via di Prata, patronato dei Manera. S. Anna alle Vaglie, eretta nel 1942 con le oblazioni dei fedeli. Oratorio dell’Assunta, patronato di Marsella. Parrocchiale di s. Giovanni Evangelista, veramente dedicata a S. Maria, al Battista e all’Evangelista (quadro sull’altar maggiore). Già recettizia, aveva sul fianco un cimiterio. È a tre navate. Stava per cadere, e promotore dei restauri si fece l’arciprete C. Cantelmo, e fu consacrata nel 1906 dal vescovo Caracciolo. Un’iscrizione ricorda:

D.O.M. / TEMPLUM HOC / VETUSTATE CONFECTUM / ET JAM PERITURUM / CAROLUS ARCHIP. CANTELMO / ANNO MCMV AB IMO REPARAVIT / ARAM MAXIMAM MARMOREAM EREXIT / OPTIMIS SUMPITUS DITAVIT / ET EXCELLENTISSIMUS DOMINUS / SEPTIMIUS CARACCIOLO / EPISCOPUS ALLIPHANUS / DECIMO KALENDAS MAJAS / MCMVI / SOLEMNI RITU CONSECRAVIT.

Un’altra lapide sul campanile ricorda:

ARCIPRETE CANTELMO CALRO / E. GERMANO / CANTELMO NICOLA SINDACO / RESTAURARONO A.D. MCMV.

La campana grande rimonta al 1658, e fu rifusa nel 1720, nel 1772 e nel 1929. Le fusioni avvennero in loc. Mandri. Porta scritto invocazioni alla SS. Trinità, alla Madonna e a s. Giovanni e dice:

VINCENTIUS CATONE SINDICUS CURARE F. IN TEMPORE ARCHIPRESBYTERI XISTI DE ANTONUCCIO. A.D. 1772.

La devozione al santo patrono si esplica specie nelle due feste del 27 Dicembre e del 9 Maggio, e a quest’ultima affluiscono molti pellegrini.

 

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[1] Trutta, Dissertazioni, 395.

[2] Castani, Regesta III 103.